Premio Bulloni 2023, con Iram Tahir connessioni di culture
Da quattro anni vive in Inghilterra ma il suo amore per Brescia (del tutto ricambiato) è tanto grande che è stato quasi creato un «ruolo» apposta per lei: consigliere di quartiere a distanza. Perché «se uno lascia la città - dice Iram Tahir - non vuol dire che il suo cuore sia andato via». A lei, che ora cucina tiramisù e lasagne in quel di Birmingham, il «Premio Ranzanici»: «Iram - si legge nella nota che accompagna il suo riconoscimento - dimostra come una singola persona possa connettere culture diverse, amandole con uguale intensità».
E lei è d’accordo, sull’amore intenso e uguale: «Ho tre figli italiani, anzi bresciani. E torno a Brescia almeno tre volte l’anno: i miei bambini preferiscono venire a trovare le loro nonne qui, che sono poi le mie amiche e le mie vicine di casa, piuttosto che i loro nonni in Pakistan. Io sono fierissima del mio Paese e delle sue tradizioni: la cucina, la musica, i colori. E ho organizzato tanti eventi per farli conoscere. Ci siamo trasferiti in Inghilterra, ma continuo le mie attività a Brescia, che è la mia famiglia».
A Brescia Iram è arrivata nel 2008 per ricongiungersi al marito, nel frattempo divenuto cittadino italiano: «Non avevo nessuno e per me il primo periodo è stato tristezza scesa dal cielo. Sono sempre stata molto socievole, pensavo che qui tutti parlassero inglese, e invece... Non sapevo la lingua: mi sentivo cieca, sorda e muta». Si è iscritta alla scuola di lingua italiana, è nato il suo primo figlio: «Ho cominciato a frequentare altre famiglie, ho imparato tante cose, anche per il bambino: qui ero sola, non c’era nessuno che potesse altrimenti aiutarmi». E ha aperto le ali: «A piccoli passi, è cominciata la mia vita sociale».
E che vita sociale: ha lavorato come mediatrice linguistico-culturale nelle scuole, negli ospedali, presso l’Ufficio immigrazione della Questura, ha ottenuto il diploma di Mediatore Europeo per l’Intercultura, è stata eletta nel Consiglio di quartiere di Porta Milano. In collaborazione con il Comune e con Casa delle donne ha promosso innumerevoli occasioni di incontri fra la comunità pakistana e quella italiana. Ha aiutato tante donne: «Quando ho cominciato a essere abbastanza autonoma - racconta Iram - vedevo altre mamme pakistane e indiane in difficoltà perché non lo erano: dipendevano dai mariti per gli spostamenti, non parlavano la lingua. Ho iniziato a convincerle che dovevano farlo: solo il primo passo è difficile, poi si vola. E da lì è nato il progetto "Mamme per le mamme", un gruppo di donne che si aiutano a vicenda. Una volta ho chiesto a una di loro, a Brescia da diciotto anni, se dopo aver imparato un po’ di italiano sentisse la differenza: le è cambiata la vita».Tornerà mai a Brescia? «Con il cuore non l’ho mai lasciata». Intanto, però, sta seminando a Birmingham, dove «tutti sono stranieri» e dove la comunità pakistana è particolarmente nutrita: «Sono appena stata al Consolato del Pakistan - racconta ancora - perché hanno letto di me online: organizzeremo eventi il prossimo anno, abbiamo già il programma».
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