Prefetto, Pcb: «Sono pronto a bussare alla porta del ministro»
Il prefetto Attilio Visconti lo dice chiaramente: «Io non mi sottraggo di fronte a nessun tema e a nessun problema». Anche, e soprattutto, se quello sul tavolo è fra i più delicati per la città: il risanamento ambientale e, più nello specifico, quella fabbrica dei veleni che ha infestato il nostro territorio col Pcb, dando poi vita al Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro.
Un film, quello della bonifica del quadrilatero del Pcb, che è al momento inceppato in un «fermo-immagine»: quello del groviglio, ma forse sarebbe più corretto definirlo «stallo», burocratico. Con Roma che, a gennaio, aveva assicurato la conferma di Roberto Moreni nel ruolo di commissario straordinario e che, però, al momento nicchia e temporeggia. Il prefetto è consapevole: si tratta di «un passaggio delicato». E altrettanto delicatamente si mette al servizio della città, accettando - se ben visto - quel ruolo di figura istituzionale che può «tenere tutto insieme» e fare così da ponte in partite che «non devono, per definizione, avere alcun colore politico».
Un’azione concreta? Due. In primis la disponibilità «se il sindaco Emilio Del Bono lo riterrà opportuno e sarà d’accordo, a muovermi in prima persona sul tema Caffaro, sul quale sono pronto anche a bussare alla porta del ministro se necessario». Questo partendo da un presupposto: «Io sono a disposizione e al servizio di Brescia, non voglio scavalcare nessuno, ma essere al fianco delle istituzioni. E in questo percorso sarà fondamentale anche l’apporto dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente con la quale auspico di lavorare fianco a fianco nel segno di una collaborazione proficua».
La seconda idea punta più al quadro generale e parte proprio dall’iniziativa «il caffè con il sindaco», lanciata dal prefetto proprio sulle pagine del nostro giornale. Oltre a incontrare i primi cittadini dei 205 Comuni bresciani a tu per tu, Visconti non esclude di fare sedere attorno a un tavolo, stavolta istituzionale e proprio per questo convocato in Broletto, gli amministratori di tutti i territori segnati dalla ferita Caffaro. Una sorta di brainstorming tematico durante il quale confrontarsi sulle strategie. «Ovviamente il capoluogo dovrà essere capofila di quest’iniziativa, perché ho bisogno che i sindaci siano accanto a me».
Infine, l’impegno sul monitoraggio delle grandi aree dismesse che, solo in città, occupano circa 768mila metri quadrati: «Partendo dai rilievi sui grandi poli abbandonati, voglio approntare anche un censimento puntuale sulla presenza dell’amianto Comune per Comune».
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