Positivi a scuola: anche i contatti dovranno fare il tampone
La scuola è chiusa, ma in vista del rientro, presto o tardi che sia, è bene essere informati sulle nuove regole che riguardano i casi positivi in classe e i loro contatti.
La premessa è che, vista l'importante circolazione delle varianti del Covid nella nostra provincia, con ripercussioni sia sui contagi che sui ricoveri in ospedale, l'indicazione di Ats Brescia è quella di considerare tutti i casi scolastici come legati a una variante. È bene specificarlo, perché il sequenziamento genetico richiede tempo e non è verosimile pensare che possa essere fatta su tutti i test eseguiti.
Le nuove linee guida indicano dunque che la quarantena per un caso positivo non possa finire prima del 14esimo giorno con l'esecuzione di un tampone molecolare (dopo almeno tre giorni senza sintomi) che abbia esito negativo. Non c'è più quindi la possibilità di interrompere l'isolamento con un tampone negativo al decimo giorno.
Anche i contatti di un caso positivo - ed è questa la principale novità - dovranno eseguire un tampone molecolare per poter essere riammessi a scuola (si legga la risposta alla domanda 17 nelle Faq di Ats Brescia). Anche in questo caso non sarà possibile interrompere la quarantena al decimo giorno, ma bisognerà necessariamente aspettare il 14esimo e sottoporsi al test.
Dall'inizio dell'anno scolastico al 18 febbraio scorso sono stati i 3.236 casi positivi a scuola nel Bresciano, con 20.620 compagni isolati e 659 lavoratori, in 2.777 classi di 812 istituti. Nella sola settimana dall'11 al 18 febbraio i nuovi casi tra i banchi sono stati 329, con 1.663 persone finite in isolamento.
Se le scuole fossero aperte, insomma, oggi circa duemila persone dovrebbero sottoporsi al tampone molecolare per poter riprendere le lezioni.
La zona arancione rafforzato istituita il 23 febbraio dal governatore Fontana, che prevede la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado e l'attivazione della Dad, sarà valida almeno fino al 2 marzo. Ma in serata il direttore di Ats Brescia, Claudio Sileo, ha dichiarato che gli effetti delle limitazioni si contagi e ricoveri non si vedranno prima di due o tre settimane.
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