Pos obbligatorio, moneta elettronica (anche per il caffè) accettata ovunque
In un bar del centro una ragazza paga un caffè per sé e per un’amica con la carta di credito. Fino a poche ore prima, al di là del bancone la reazione era pressoché univoca: rifiutare il pagamento per la somma troppo bassa e il guadagno estremamente ridotto. ,Una pratica tacita ma comune a tantissimi esercenti.
Da ieri, invece, è tutto cambiato - almeno sulla carta - con l’obbligo dei Pos per tutti i commercianti, gli artigiani e i professionisti e ora anche per un caffè e un cornetto nessuno potrà più dire di no.
Sul campo
A Brescia gli esercenti - almeno in centro - sembrano pronti già da tempo e anche se circola ben poco entusiasmo le regole sembrano essere rispettate. La prova empirica arriva sempre al di qua delle mura venete, dove in un locale la richiesta di poter pagare una piccola bottiglia di acqua viene accolta positivamente ma con uno sbuffo sotto la mascherina. Sembra essere la sintesi emblematica dello stato d’animo attuale dei commercianti. «Non possiamo fare altrimenti - spiega la titolare al curioso acquirente -, però così non va bene».
La nuova norma prevede infatti anche il rischio di sanzione per coloro che non consentiranno ai clienti di fare pagamenti con carte e bancomat. «Ci è arrivata un’informativa settimane fa e rispetteremo le regole, ma i problemi che c’erano fino a ieri restano». D’altronde, se la novità trova il plauso di alcune associazioni dei consumatori, sono evidenti le preoccupazioni delle associazioni di settore e in particolare dei tabaccai che chiedono un esonero.
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Critiche
«È un provvedimento inopportuno e iniquo per le imprese più piccole - afferma Confesercenti -, per le quali il costo della moneta elettronica, soprattutto sulle transazioni di importo ridotto, è già molto elevato con circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo».
La strada scelta è sbagliata anche per Confcommercio: «Non si può pensare di incentivare i pagamenti elettronici attraverso il meccanismo delle sanzioni». Già, perché il nuovo obbligo è accompagnato da una sanzione di 30 euro, alla quale si aggiunge il 4% dell’importo del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Ad esempio: nel caso di rifiuto di un pagamento di 100 euro tramite il Pos, il commerciante andrebbe incontro ad una sanzione da 34 euro (30 euro di ammenda fissa e 4 euro per quella variabile).
Controlli
In città il rispetto delle regole sembra essere confermato dall’assenza di segnalazioni alla Polizia Locale nella prima giornata di obbligo. «Non abbiamo avuto alcuna chiamata alla centrale operativa - spiega il commissario Massimo Pagliarini -, ma al personale esterno e a quello interno sono state date indicazioni per monitorare questo tipo di attività».
Attualmente, però, lo specifico tipo di obbligo non permette di svolgere controlli mirati nei locali pubblici: «Oggi possiamo agire solo a seguito di avvenuta indicazione dell’illecito da parte del consumatore. In un secondo momento è pensabile anche un controllo a tappeto da parte del nucleo della nostra Polizia commerciale per verificare che tutti gli esercizi commerciali siano dotati di Pos».
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