Porte chiuse in Consiglio, ma online c'è l'audio integrale

Il caso Reboni doveva essere discusso a porte chiuse in Consiglio comunale, ma l'audio era disponibile sul sito del COmune
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Porte chiuse, ma orecchie aperte. O, meglio: niente immagini, ma audio forte e chiaro. È quello che è accaduto giovedì, durante la seduta del Consiglio comunale di scena dalle 9 a Palazzo Loggia. Al centro, l’interrogazione della discordia presentata dalla capogruppo del Movimento 5 stelle, Laura Gamba, che affrontava il tema del bando pubblico firmato dal resposabile del settore Risorse umane Claudio Reboni, selezione cui lo stesso dirigente ha poi partecipato aggiudicandosi l’incarico.

Trattandosi di una questione «personale» la presidente del Consiglio Laura Parenza era stata irremovibile: «Devo rispettare il regolamento - aveva sentenziato diligentemente, dopo la richiesta, da parte della stessa Laura Gamba, ma anche dei capigruppo di Lega, Massimo Tacconi, e Forza Italia, Mattia Margaroli, di non oscurare il dibattito -. La seduta non può mai essere pubblica quando si tratta di questioni concernenti persone».

E allora via, porte «blindate» a pubblico, giornalisti e via le telecamere puntate in aula per la diretta televisiva. Ma se i riflettori televisivi si sono spenti, l’impianto interno all’aula - quello attraverso il quale vengono trasmessi in diretta streaming tutti i dibattiti delle assemblee municipali - ha funzionato (quasi) come sempre. Le immagini dell’aula sono state oscurate dal logo del Comune di Brescia, ma non è stato altrettanto per l’audio: chi, giovedì, era collegato in diretta streaming al sito internet della Loggia ha potuto ascoltare integralmente il botta e risposta sul caso «secretato».

Non solo. L’audio è rimasto online e disponibile fino alle 17.30 circa di ieri, quando è poi stato rimosso dal sito web del Comune. «Sono rammaricata dalla decisione di svolgere il dibattito a porte chiuse - aveva premesso Laura Gamba -:non si tratta di una questione personale, ma dell’illegittimità di un atto amministrativo». Anche se, ad onor del vero, oltre a citare norme e regolamenti, qualche riferimento ai rapporti interpersonali tra coloro che sono stati coinvolti nell’iter di selezione, è stato fatto. «

Queste - rimarca la consigliera dei 5 Stelle, in risposta all’indignazione di alcuni colleghi in aula - non le ritengo questioni di carattere personale, ma di comune decenza». La replica della Loggia è nota: «Tutto regolare, il dirigente ha agito in base ad indicazioni precise, non c’è illegittimità».

Quel che è certo è che, invece, qualche problema nella gestione dello streaming, c’è stato. Non a caso, nel tardo pomeriggio di ieri la presidente Parenza ha chiesto al direttore generale «una formale contestazione alla ditta che gestisce lo streaming per gravi inadempienze».

 

 

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