Ponti: «Il vero pericolo sono i carichi da 108 tonnellate»

Giuseppina Mussetola, segretaria generale Federazione Autotrasportatori Italiani Brescia, si esprime sulla questione ponti e sicurezza
AA

Dopo la denuncia del sindaco di Ponte di Legno che segnala come pericoloso il ponte sulla strada statale 42, ci si chiede quale sia lo stato di salute dei ponti e viadotti nel Bresciano? La situazione non è ancora valutabile, perché: «È in fase di approvazione una convenzione tra Provincia e Università, che consentirà una mappatura dei ponti più a rischio - dovrebbero essere venti o trenta - e la loro messa in sicurezza. Saranno i tecnici della Provincia a segnalare agli esperti i casi che meritano un intervento prioritario, tra qualche mese dovremmo avere i primi dati». Così spiega Ezio Giuriani professore emerito in Tecnica delle costruzioni all’Università degli studi di Brescia. «Non c’è una regola generale: ogni ponte richiede modalità e tempi di intervento diversi. Nella migliore delle ipotesi si riesce a risalire al progetto originario, ma non sempre è possibile, perché alcuni ponti sono stati costruiti molti decenni fa». 

Quali sono i pericoli maggiori? «Senza dubbio il transito di carichi pesanti, che, in una provincia come Brescia è molto frequente. Per legge il carico massimo per i ponti di prima categoria (cioè quelli che possono sostenere la portata maggiore, ndr) è di 60 tonnellate. Ma una betoniera )che però al massimo compie 50 km) o un mezzo pesante eccezionale può arrivare anche a 80-100. In quel caso servono autorizzazioni e controlli prima e dopo il passaggio, perché spesso il danno non determina subito il crollo, ma è irreversibile e va a sommarsi ai danni successivi, generati da altri carichi pesanti. Finché poi, magari all’improvviso, non avviene la tragedia. Perciò non basta che il ponte sopporti il passaggio di una betoniera ultra pesante una volta per ritenerlo sicuro». 

Ed è proprio sui «falsi» carichi eccezionali che anche Giuseppina Mussetola, segretaria generale Federazione Autotrasportatori Italiani Brescia si scalda. «I ponti in Italia cadono perchè sono attraversati senza sosta dai famosi 108 tonnellate. Sono dei carichi che sono provvisti di un permesso permantente di circolazione, rilasciato dalla Provincia, della validità di un anno, e che possono circolare su qualsiasi strada senza limitazione alcuna. Possono trasportare ferro, ghisa e sono quindi molto richiesti in zone come la nostra ricca di industrie che trattano ferro e simili».

A differenza dei 108 tonnellate, i trasporti eccezionali hanno bisogno della certificazione rilasciata volta per volta dalla Provincia che deve anche premurarsi di fornire l'indicazione delle strade percorribili dai mezzi pesanti. Nel Bresciano, ad esempio, ci sono quattro viadotti off limits ai tir. Sui 450 ponti in capo alla Provincia, ce ne sono alcuni "osservati" speciali, con limitazioni precise. Si tratta del divieto di transito ai veicoli con massa superiore ai 100 tonnellate sul ponte della sp345 delle Tre Valli, a Cividate Camuno. Blocco ai veicoli pesanti sopra le 45 tonnellate su tre ponti: Uno a Manerbio, lungo la 45bis, uno a Bassano Bresciano e un terzo a Verolanuova sulla sp 11. Divieti che però il carichi che viaggiano con il permesso da 108 tonnellate possono bypassare.

«Anche la disgrazia di ottobre, sulla statale Milano-Lecco era purtroppo annunciata. Non solo per via delle manuntenzioni dei ponti, sacrosante e necessarie da predisporre, ma anche per questa libera circolazione di camion troppo pesanti che possono percorrere qualsiasi strada o ponte» conclude la Mussetola. 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia