Polemica in Loggia: «Aprica fa pagare ai bresciani la sede»

I rifiuti tengono banco in Consiglio. A far discutere è l'inserimento nel piano tariffario da parte di Aprica dei costi per il rinnovo della sede
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«Un sistema che fa spendere di più ai cittadini, che rende la città più brutta e sporca e che continua a far funzionare il Termoutilizzatore», tuona l'opposizione.

«Un sistema che, nonostante non sia ancora a pieno regime, ha portato il livello di differenziata dal 37 al 44%, risolvendo pian piano il problema della migrazione dei rifiuti e che, già dal 2017, costerà in media l'1% in meno», ribatte la maggioranza. 

È il sistema combinato (porta a porta e calotta) di raccolta dei rifiuti in città - o, meglio, il suo costo - il tema protagonista del dibattito politico in corso in Consiglio comunale. Un argomento che non riesce ad unire l'aula e che vede decantare dati su dati.
 
A partire da quelli del piano investimenti di Aprica, per il quale il Comune nel 2017 prevede un trasferimento di 31.010.240 euro. Costo che include, oltre agli 8 milioni dedicati allo spazzamento strade, anche più di 700mila euro per il rinnovo locali di Aprica, «un costo che non si capisce perché dovrebbe essere pagato dai cittadini in bolletta», tuonano le minoranze, dopo la sottolineatura avanzata dal capogruppo del M5S, Laura Gamba. 

Un appunto, questo, che crea l'asse con una parte della maggioranza: critica e pungente è infatti anche la posizione del gruppo Al lavoro con Brescia, espressa per voce della consigliera Francesca Parmigiani: «Stiamo approvando un piano di 31 milioni di euro senza nessun dato e i 700mila euro che paghiamo per i locali di Aprica non sono per nulla pertinenti». 

Nello specifico, la cifra comprende 350mila euro per il nuovo deposito di via Ziziola e altri 360mila per manutenzione e ristrutturazione della sede attuale.

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Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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