Piovono calcinacci dall'arco del Vantini, portici transennati

Portici sorvegliati speciali. Sotto l'Arco del Granarolo di via Padre Bevilacqua, opera del Vantini, transenne per la caduta di calcinacci
  • L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
    L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
  • L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
    L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
  • L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
    L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
  • L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
    L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
  • L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
    L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
  • L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
    L'Arco del Granarolo sotto i portici, dopo la caduta di calcinacci
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Portici sorvegliati speciali. E non portici qualsiasi. Sono quelli di via X Giornate, cuore del centro storico cittadino. E in particolare a destare preoccupazione è stato l'Arco del Granarolo, un'opera figlia nientemente che di Rodolfo Vantini, architetto bresciano tra i più noti, cui si deve tra l'altro anche il cimitero monumentale che ne porta il nome.

Sotto il volto che domina l'incrocio con via Padre Bevilacqua dal 1822 da ieri sono comparse transenne a delimitarne una porzione dopo la caduta di calcinacci.

Due i punti in cui l'arco sovrastante - su cui affaccia una splendida terrazza d'epoca, arricchita dai fregi dello stemma di Brescia e da quattro tondi che recano i volti di bresciani illustri quali il Moretto, Gianmaria Mazzucchelli, Niccolò Tartaglia e Agostino Gallo - appare danneggiato.

A impedire il transito di pedoni ora le massicce transenne in legno che si accompagnano ad una pedana per consentire la salita di disabili e passeggini.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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