Piccoli servizi addio: aggregazioni per la Locale

Coordinamento regionale, aggregazione tra comuni, tutela e formazione per gli agenti: i capisaldi della riforma delle Polizie locali.
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Coordinamento regionale, aggregazione di servizi tra diversi comuni, tutela e formazione costante per gli agenti, sollevati da mansioni amministrative e dedicati ad attività il più possibile operative.

Sono alcuni dei punti su cui si concentra la riforma della Polizia locale della Regione Lombardia. Un percorso avviato dall’assessore alla Sicurezza, Simona Bordonali, anche attraverso il confronto sulle linee guida della bozza della legge con i vigili delle diverse province. OlVertre a Brescia, sono stati fatti incontri in tutti i capoluoghi. L’ultimo, mercoledì mattina, è stato Varese.

Il progetto del Pirellone prevede la promozione di gestioni associate per ambiti territoriali, lo sviluppo del coordinamento tra servizi e una costante attività formativa degli agenti. Verrà inoltre promosso un coordinamento regionale, per portare a «un servizio più efficace, efficiente ed economico», ha spiegato Simona Bordonali.

Le Polizie locali rimarranno comunque in capo agli Enti locali, ma per quanto riguarda le loro attività «non possiamo più permettere che gli agenti svolgano mansioni nell’ambito della Pubblica amministrazione che non rientrano nelle loro competenze».

Aggregando i servizi tra più Comuni, dovrebbe essere introdotta una gestione associata con Comandi da almeno 18 operatori, con turni che aumentino la reperibilità anche dove ora non è sempre garantita nelle 24 ore. Sono poi previsti nuclei specialistici, che si occuperanno di formazione e agiranno su tutto il territorio regionale. Nella bozza è contenuta anche una tutela ulteriore per gli agenti di Polizia locale, con un fondo economico per il finanziamento degli oneri derivanti da procedimenti penali relativi ad attività svolte in servizio. 

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