Piazzetta Bruno Boni, promessa mancata del centro

Scarso passaggio, negozi chiusi e scritte sui muri. I commercianti: «Nessuna manifestazione arriva qui».
Una veduta di piazza Bruno Boni - © www.giornaledibrescia.it
Una veduta di piazza Bruno Boni - © www.giornaledibrescia.it
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Rami di pino spruzzati di neve ornano gli archi della corsia del Gambero; ma siamo in agosto, Natale è lontano. E accade come quando si spengono le luminarie dopo le feste: se non le si fanno sparire subito, mettono tristezza. Probabilmente, però, in pochi si accorgono della decorazione natalizia dimenticata con evidente trascuratezza.

Dalla corsia e dalla piazzetta Bruno Boni cui essa dà accesso, la gente tende a passare in fretta, giusto per raggiungere il più velocemente possibile via Moretto da corso Zanardelli. Ma quando, alla fine degli anni Novanta, la traversa fu recuperata e la piazza inaugurata con l'intitolazione al «sindaco per sempre», le intenzioni dell'Amministrazione comunale e le aspettative di cittadini e commercianti erano ben diverse. Piazzetta Boni - area pedonale come la corsia - sarebbe dovuta diventare un salotto all'aperto nel cuore della città, animato da negozi, locali, manifestazioni e anche dall'Università degli studi che, qualche anno dopo, insediò una serie di uffici amministrativi nel settecentesco palazzo Bettoni Cazzago - con ingresso da via Gramsci -, la cui controfacciata impreziosisce la piazza.
Peccato che oggi quella facciata sia deturpata da scritte. E che la presenza della sede universitaria - frequentata per lo più da impiegati - non abbia portato il passaggio auspicato dai commercianti. Quanto ai negozi, molti sono vuoti tra i due bar che invece funzionano soprattutto all'ora di pranzo, un negozio di abbigliamento, un antiquario, una galleria d'arte, un negozio di tappeti, due sedi di partito e un'agenzia di viaggi.

«Lavoro qui da 12 anni - racconta Giovanna in quest'ultima - e se ho visto cambiare la piazzetta è stato in peggio. All'inizio c'erano tanti negozi diversi l'uno dall'altro, da quello di abbigliamento per bambini all'ottico; che però, in seguito, sono stati costretti a chiudere perché gli affari non andavano bene e gli affitti erano - e restano - altissimi. Del resto, anch'io quando ho cominciato a lavorare qui non avevo idea di dove si trovasse la piazza. Il problema è che ancora oggi è un luogo sconosciuto alla maggior parte dei bresciani, per non parlare degli altri. Manifestazioni? Ne hanno organizzata qualcuna i primi anni, poi più nulla».
L'impoverimento commerciale di piazzetta Boni è denunciato anche da Gabriele e Silvio che da quattro anni gestiscono il bar «Il Gambero» e denunciano un altro problema: «Le iniziative destinate ad attirare persone si fermano nelle piazze principali. Anche le luminarie di Natale le paghiamo di tasca nostra. Per contro, se in piazza della Loggia, piazza Paolo VI e corso Zanardelli, a seguito della pedonalizzazione, il Comune ha deciso di dimezzare le tariffe del plateatico, noi continuiamo a pagare il cento per cento, pur essendo in centro storico e in zona pedonale». Ma c'è dell'altro: «La vicina galleria del teatro Sociale, dove pure gestiamo un bar, è uno schifo: scritte e andirivieni di gente che, approfittando dell'oscurità, fa di tutto».

Anche Roberta, del negozio di abbigliamento «Comme je suis» aperto quasi un anno fa con il socio Luigi, pur essendo ottimista («confido nel passaparola»), ha di che lamentarsi: «Abbiamo chiesto di segnalare i nostri esercizi in corso Zanardelli, con cartelli o volantini almeno in occasione di qualche manifestazione, ma ci hanno risposto che non è possibile». E a sua volta esprime la sensazione di essere «tagliata fuori» con un esempio... natalizio: «Qui non arrivano nemmeno i babbi Natale che offrono le caramelle sul corso». In compenso, in piena estate, gli archi della corsia del Gambero sono ancora (o già?) decorati a festa.
Francesca Sandrini

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