Piazzale Arnaldo 41 anni dopo quella terribile esplosione
Oggi come 41 anni fa. Un boato, uno scoppio, una vita stroncata, altre dodici cambiate per sempre. E' piazzale Arnaldo che ancora una volta questa mattina ha ricordato la strage sfiorata dovuta all'esplosione di quella bomba che costò la vita alla prof. Bianca Daller Gritti.
Docente di tedesco, alla soglia della pensione, fu la sola vittima di quello che per la storia e per la giustizia non fu un attentato terroristico, bensì l'atto di criminali comuni che tentavano così di attirare in piazzale Arnaldo un gran numero di pattuglie delle forze dell'ordine, in modo tale da avere campo libero nella zona Ovest del capoluogo, dove intendevano di lì a poco mettere in atto un colpo da 300 milioni di lire, cifra a quei tempi favolosa.
A esplodere fu un ordigno artigianale, quel terribile 16 dicembre 1976: una pentola a pressione colma di esplosivo e innescata da una miccia nascosta nella borsa di una compagnia aerea. Fu piazzata sotto il portichetto orientale della piazza, all'angolo con via Turati, sotto quello che ai tempi era la barriera del Dazio cittadino.
Particolarmente gravi furono le ferite riportate dal brigadiere dei Carabinieri Giovanni Lai (poi insignito di Medaglia d'Oro al Valore Civile) che, scoperta la bomba, tentò invano di disinnescarla proprio mentre stava per esplodere. A restare ferito fu anche il collega di pattuglia, il carabiniere Carmine Delli Bovi.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato