Piazza Loggia, migliaia in piazza. «Ferita che non si rimargina»
«È una ferita che Brescia non riesce a rimarginare». Così il sindaco Emilio Del Bono ha ricordato questa mattina la Strage di piazza Loggia nel quarantunesimo anniversario. Diverse migliaia di persone hanno partecipato alla commemorazione, culminata con gli otto rintocchi che alle 10.12 hanno omaggiato le vittime della bomba.
«Aspettiamo la perizia su Carlo Maria Maggi prima di esprimerci sul processo - ha commentato Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria e dell’Associazione dei familiari delle vittime -. Dopo tanti anni abbiamo bisogno anche solo di un nome».
EMBED [La commemorazione della strage in piazza Loggia]
Da parte sua, il procuratore generale Pier Luigi Dell’Osso si è detto sicuro del fatto che la strage uscirà dall’elenco dei misteri italiani.
In piazza sono arrivati anche gli antagonisti, dopo un corteo che ha attraversato il Carmine. «Nessuna memoria condivisa» è il messaggio ribadito nel corso della manifestazione antifascista.
Una «azione eversiva», che è «sconfortante» non abbia ancora visto puniti i suoi rappresentanti e che deve essere di monito a «tenere alta la guardia contro ogni forma di violenza, di fanatismo, di terrorsimo», perseverando nel «perseguire la giustizia fino in fondo». È questo invece il cuore del messaggio rivolto a Brescia dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Sono con voi, e con i cittadini di Brescia, che non dimenticheranno mai la tremenda strage del 28 maggio 1974 - scrive il Capo dello Stato -. Quel vile attentato stroncò otto vite umane, provocò il ferimento di un centinaio di persone e produsse una ferita profonda non solo nell’animo sconvolto dei familiari ma nell’intero corpo sociale del nostro Paese. La solidarietà umana, che tutta la comunità nazionale deve a Brescia, e in particolare a coloro i quali piangono i parenti e gli amici scomparsi, non può essere disgiunta dalla mobilitazione civile - prosegue il Presidente -: la bomba di Piazza della Loggia aveva come bersaglio la convivenza, la partecipazione, la libertà politica e sindacale. Di tutto questo dobbiamo continuare a fare memoria. Per tenere alta la guardia contro ogni forma di violenza, di fanatismo, di terrorismo».
In merito al processo, il presidente Mattarella ha scritto che «la giustizia va perseguita sino in fondo e con ogni scrupolo». «Carte processuali e inchieste parlamentari - si legge ancora - hanno messo in luce la matrice neo-fascista e le difficoltà frapposte alla ricerca della verità anche da settori degli apparati dello Stato. L’impegno dei familiari, dell'amministrazione comunale, dell’associazione Casa della Memoria affinché nulla resti di intentato, suoni come un monito a tutti per l'esercizio dei doveri costituzionali in merito. Tutta l’Italia è con voi nella memoria, nella testimonianza dei valori democratici, nella ricerca della verità».
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