Piazza Loggia, da oggi il nuovo processo in Corte di Cassazione

Protagonisti del processo Maggi e Tramonte, condannati all’ergastolo per la strage del 28 maggio 1974, in cui morirono otto persone
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L’inviolabile cassaforte nella quale è tenuta nascosta da 43 anni la verità su piazza della Loggia nelle prossime ore potrebbe essere violata per sempre. Il suo codice di sblocco non è mai stato così a portata di mano.

In Corte di Cassazione inizia il processo che potrebbe far calare il sipario sulla terza inchiesta aperta per la bomba che il 28 maggio del 1974 provocò la morte di Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi e Vittorio Zambarda e potrebbe scrivere con inchiostro indelebile nei manuali di storia del Novecento i nomi dei responsabili, almeno di due di loro.

Carlo Maria Maggi, medico veneziano a capo di Ordine Nuovo tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta, e Maurizio Tramonte, confidente dei servizi segreti dell’epoca e per l’accusa presente a casa di Giangastone Romani, ad Abano Terme, quando fu pianificato l’attentato, a Roma ci arrivano con il bagaglio più pesante, l’ergastolo inflitto loro dalla Corte d’assise d’appello di Milano nel luglio del 2014. Le chance di dimenticarlo nei corridoi del palazzo di piazza Cavour sembrano risicate. La sentenza è attesa per domani.

 

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