Piano per migliorare l’aria: nel mirino stufe a legna e liquami

In commissione dati e strategie. L'assessore all'Ambiente Cominelli: «Il trend è positivo: servono progetti, non misure spot»
PROGETTI PER L'AMBIENTE
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La qualità dell’aria è un tema complesso che non può essere affrontato con misure spot o semplificazioni. Il trend dice di un «oggettivo miglioramento»: da anni i valori medi delle Pm10 e delle Pm2.5 sono sotto i limiti. Ma la strada da fare è ancora lunga: nel 2021 nella stazione peggiore del capoluogo si sono contati 59 giorni di supero, a fronte di un bonus di 35.

Conosciamo i «responsabili» dello smog, in primis riscaldamento, veicoli diesel, agricoltura. Ed è qui che vanno concentrati gli sforzi, tenendo conto che bisogna ragionare non (solo) su scala locale, ma almeno a livello di bacino padano. Le regioni del nord scontano infatti tutte la stessa condizione, sfavorevole alla dispersione degli inquinanti: una sorta di catino dove l’aria ristagna.

Sono queste le riflessioni emerse nella commissione ambiente di palazzo Loggia di ieri durante la quale Arpa Lombardia (Guido Lanzani), Regione (Matteo Lazzarini), Università di Brescia (Marialuisa Volta), Università Cattolica (Angelo Finco), Medicina del Lavoro (Giuseppe Di Palma), Consulta per l’ambiente (Ettore Brunelli) hanno fatto il punto su dati, politiche, conseguenze sanitarie e ambientali del tema smog.

Il punto di partenza sono stati i dati di Arpa presentati due giorni fa: «Nessuno pensa di aver raggiunto l’obiettivo, ma da anni Brescia è in un trend di miglioramento» ha rimarcato l’assessore Miriam Cominelli. Tanto che, ha spiegato Di Palma, anche il rischio per la salute «è in decrescita».

Le politiche

I dati mostrano comunque tre focus su cui lavorare. Una buona fetta delle Pm10 e Pm2.5 è generata dagli impianti di riscaldamento, soprattutto obsoleti o a biomassa. Non è un caso che il benzopirene (cancerogeno) sia oltre ai limiti a Darfo e Sondrio, dove si usa di più la legna per riscaldare. Ecco perché - dopo 4 giorni oltre i limiti - scatta il divieto dei falò all’aperto.

Può sembrare un metodo naturale, ma se di scarso rendimento le stufe a biomassa sono altamente inquinanti. Dal 2020 in Lombardia c’è l’obbligo di installare generatori di calore a legna o pellet almeno a 4 stelle mentre non si potrebbero usare impianti da una o due stelle. Ma sul mercato si trovano stufe di ogni tipo: il divieto può arrivare solo dallo Stato. C’è poi il tema dei motori diesel (responsabili degli No2): non basta spingere sull’elettrico (freni, usura gomme e asfalto producono ancora particolato), per i mezzi pesanti serviranno anche altre soluzioni, come l’idrogeno. Infine il terreno su cui bisogna fare più strada: l’agricoltura. Lo spandimento dei liquami libera in atmosfera grandi quantità di ammoniaca (oltre il 90%), un catalizzatore formidabile per lo smog. Qui l’obiettivo è trovare nuove soluzioni, a partire dall’interramento dei liquami.

Nel 2021 la Regione ha messo in campo incentivi per 456,9 milioni di euro: 289,5 per i trasporti; 59,4 milioni per la sostituzione di impianti di riscaldamento inquinanti; 108 milioni per la sostenibilità delle aziende agricole. Altre risorse arriveranno nel 2022. Non c’è solo lo smog all’aperto. C’è anche quello indoor, dove passiamo la maggior parte del nostro tempo: bene dunque ricordare alcune regole, come usare la cappa quando si cucina (una cotoletta può inquinare più di un Euro 0) o ventilare gli ambienti.

Giangiacomo Calovini (FdI) ha chiesto alla Loggia una migliore comunicazione verso i cittadini, Michele Maggi (Lega) ha criticato l’inerzia della Loggia («non avete messo un euro»), Paola Vilardi ha insistito sullo sportello energia. Cominelli ha ribadito che la sfida è per l’intero bacino padano, non per Brescia. Ma Brescia sta facendo la sua parte: «Non misure spot ma politiche di programmazione». Un Pgt che ha ridotto il consumo di suolo, più ciclabili, più trasporto pubblico (dai bus a metano al tram), più verde, un teleriscaldamento più green. «Dire che non mettiamo un euro è essere fuori dalla realtà».

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