Personaggi, storie e corti si animano nelle corsie d'ospedale

Al Civile prosegue l'inziativa che coinvolge piccoli pazienti nella realizzazione di cartoni animati
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Tanti carrelli attraversano ogni giorno i corridoi dell’ospedale trasportando pranzi, merende, cene e farmaci per le cure. In questo viavài si fa strada un veicolo molto speciale, con il suo carico inatteso: un computer, tante matite, cartoncini colorati, forbici, colla, Pongo e la prodigiosa «casetta dei cartoni», cioè il piccolo teatro di posa dove far nascere la magia del cinema di animazione.

A spingerlo sono Vincenzo Beschi e gli operatori dell’Associazione Avisco per il progetto «Cartoni Animati in Corsia», che anche durante la settimana di Ferragosto sono a disposizione dei giovani pazienti dei reparti pediatrici, tra Oncoematologia, Chirurgia, Ortopedia e Pediatria Generale degli Spedali Civili.

Li abbiamo accompagnati dove la nostra presenza risultava meno invasiva per i bambini, per scoprire soprattutto come funzionano i laboratori. Il progetto copre l’intero arco dell’anno (e coinvolge anche Otorinolaringoiatria e Neuropsichiatria), ma durante i mesi estivi, quando le lezioni della Scuola Ospedale dei Bambini sono interrotte dalla chiusura dell’anno scolastico, si intensifica, arrivando a proporre fino a quattro pomeriggi alla settimana per far trascorrere ore serene ai piccoli degenti. 

Di solito la prima tappa, dopo aver indossato i riconoscibili camici arancioni, è l’ufficio del Caposala, che indica quali pazienti sono liberi da terapie o esami.  Poi si entra con discrezione nelle singole stanze e si affronta la sfida più delicata: conquistarsi l’attenzione di un bambino assorto nella visione di un programma televisivo. 

Con Andrea, 8 anni, pare impossibile: la valigia pronta per l’imminente dimissione sembra già un rifiuto. Ma Irene Tedeschi non si perde d’animo: «Vuoi inventare una storia? O leggere questa filastrocca e illustrarne una strofa? È di Robert McGough, un poeta inglese che ci ha concesso di utilizzarla». Il bimbo uscirà dall’ospedale qualche ora dopo con 19 secondi di animazione e lo stupore d’aver scoperto il segreto del movimento (quei 25 fotogrammi al secondo che illudono i nostri occhi), ricordo inaspettato che stempera il dolore dell’intervento di appendicectomia. Il suo personaggio, un fantasma di carta, adesso vola sullo schermo incontrando i vampiri realizzati il giorno precedente da due suoi coetanei (in una sessione di gruppo). 

Nella stessa storia si parla di una città del futuro, che verrà disegnata il giorno successivo da Letizia, 9 anni, che si cimenta insieme all’animatrice Silvia Palermo. Il destino comune di esser stati ricoverati nella stessa settimana estiva, senza conoscersi, si trasforma così in occasione di siglare insieme uno dei film che verranno presentati in città al cinema Nuovo Eden il prossimo gennaio; film che poi farà parte del dvd distribuito gratuitamente (come d’altronde tutte le attività del progetto) alle orgogliose famiglie dei giovani autori. 

Nei prossimi mesi, oltre a inventare ovviamente nuovi e curiosi cortometraggi, sarà tempo di sonorizzare i film già in lavorazione con l’aiuto di Sandra Cimaschi e Paola Lanfranchi e lo speciale contributo di Eva Feudo Shoo, violoncellista e chitarrista diplomata al Conservatorio di Brescia.

Tutto ciò sempre sotto gli occhi dei genitori, che vedono i propri figli scoprire un nuovo modo di esprimersi. Ci si diverte, si stabilisce una relazione e nello stesso tempo si raccontano i propri pensieri. A questi bambini le vacanze hanno insegnato che si possono scoprire mondi fantastici senza bisogno di viaggiare. Fare un cartone animato è un’avventurosa spedizione alla ricerca di un tesoro prezioso: la fantasia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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