Permesso per vaccino negato dall'azienda: decine di segnalazioni

L’accordo di giugno prevede un’assenza di 4 ore: a molti non è stato concesso. Strigliata della Prefettura alle imprese
Un lavoratore in azienda indossa la mascherina - Foto Ansa/Claudio Peri © www.giornaledibrescia.it
Un lavoratore in azienda indossa la mascherina - Foto Ansa/Claudio Peri © www.giornaledibrescia.it
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Zero sconti alle aziende che non concedono le quattro ore di permesso retribuito per vaccinarsi e segnalazioni alla Prefettura per interventi immediati. È questo l’esito del tavolo di confronto organizzato ieri dalla Prefettura di Brescia. L’accordo venne siglato a giugno, quando la campagna vaccinale stava diventando sempre più massiccia e bisognava promuovere la somministrazione per i lavoratori bresciani.

Il documento (che porta le firme dei segretari delle organizzazioni sindacali bresciane, dei rappresentanti del mondo imprenditoriale, di quello della Camera di Commercio, dei rappresentanti di Ats, Asst Spedali Civili e della Prefettura) prevede un permesso retribuito fino a quattro ore per i lavoratori che si vaccinano in orario di lavoro. Ma nelle scorse settimane sono piovute decine di segnalazioni sul mancato rispetto dell’accordo: diverse aziende impedivano ai propri lavoratori di ottenere il permesso retribuito. Così ieri si è reso necessario un nuovo tavolo - seppur a distanza - con tutti i soggetti coinvolti e la Prefettura.

È stato proprio il viceprefetto Stefano Simeone ad esordire in call senza giri di parole: «Non avrei voluto tenere questo incontro, davo per scontato che fossero rispettati gli accordi». Tutte le quattordici associazioni datoriali hanno però confermato la valenza dell’accordo sul permesso retribuito e otto di queste hanno riferito di aver già avvisato aziende associate di sostenere e attuare l’intesa. E anche se Confindustria, attraverso le parole del vicepresidente Roberto Zini, ha glissato dicendo che «la dicitura delle quattro ore di permesso retribuito ha preoccupato le aziende», alla fine del tavolo tutti i soggetti erano d’accordo col diritto dei lavoratori bresciani di ottenere il famoso permesso.

«Sono molto sollevato - rileva il segretario generale di Cisl Brescia Paolo Reboni -. L’esito dell’incontro è stato soddisfacente. Ho sentito i rappresentanti delle associazioni che avevano la medesima linea in coerenza con tre mesi fa». Ma la vicenda non finisce qui: secondo quanto riferisce la Cisl, anche negli ultimi giorni sono arrivate diverse segnalazioni di datori di lavoro che non rispettano l’accordo, con alcune decine di telefonate e di mail. Per questo motivo il viceprefetto Simeone ha invitato associazioni e sindacati a segnalare in Prefettura i casi e i relativi problemi, così da avviare eventuali procedure per intervenire. Il tavolo si riaggiornerà tra un mese: soltanto allora si scoprirà se la stretta avrà funzionato o se aziende reticenti continueranno a vietare le ore di permesso per vaccinarsi.

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