Perché sono caduti così tanti alberi nei temporali dei giorni scorsi

Gli agronomi: «Piante vecchie e mal curate o difettate: adesso il verde va progettato per gestire il rischio»
Uno degli alberi abbattuti dalla tempesta di venerdì 21 luglio - © www.giornaledibrescia.it
Uno degli alberi abbattuti dalla tempesta di venerdì 21 luglio - © www.giornaledibrescia.it
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«Le cause delle cadute degli alberi durante i temporali dei giorni scorsi sono la vetustà, la mancata sostituzione, la cattiva gestione e i difetti che vengono indotti nell’apparato radicario per scelte urbanistiche succedutesi nei decenni». Fiorenzo Pandini, agronomo esperto di Fitostatica, è chiamato quotidianamente a misurarsi con lo stato di salute degli alberi. «Sia nei centri urbani che nei parchi sono molte le occasioni di indagare lo stato di conservazione».

Indagini

«La scorsa settimana abbiamo indagato le condizioni dei cipressi calvi, i tassodi secolari, del Parco Ducos. Un’ottantina di piante che dopo l’indagine radiografica ha mostrato solo in quattro casi la necessità di una potatura a tutela della vicina ferrovia» spiega Pandini.

Caso diverso quello di Villa Carcina, nel parco dietro il campo da rugby. «Negli anni Sessanta vennero piantati 100 cedri ad una distanza di sei metri l’uno dall’altro. Le piante hanno solo 35 metri quadrati a loro disposizione per le radici quando in natura ne necessitano di 200. Da qui il cedimento di 20 esemplari e il danneggiamento per il vento di altri 20, con le piante residue destinate a restare un pericolo», continua.

Da ripensare

A parlare di «necessità di progettare il verde per poter gestire il rischio connesso agli alberi» è anche Giampietro Bara, presidente dell’Ordine degli Agronomi di Brescia. «Il verde va progettato e non ci si può permettere di improvvisare una gestione non dettata da conoscenze, ora raccolte anche in protocolli. Pensate ad uno scavo realizzato vicino ad una giovane pianta: nell’arco di qualche anno il rischio caduta si manifesta col danno procurato alle radici avventizie, generando instabilità nella pianta che poi cade».

Secondo il presidente degli agronomi «non è più il tempo di improvvisare o di dare risposte dettate dal sentimento o dall’ideologia: quando il vento supera i 100 km/h solo piante robuste e salde reggono. La diagnostica aiuta il pubblico come il privato. Certo costa, ma nel caso di una caduta accidentale i danni possono essere ben superiori» conclude Bara.

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