Per legali e tecnici spese al top

L'interminabile elenco delle consulenze mette in evidenza una gestione dei fondi oculata e guidata dal buonsenso
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In tempi di antipolitica diffusa e di radicata convinzione che la borsa pubblica venga gestita allegramente, fa bene sfogliare questo interminabile elenco di consulenze e spese straordinarie. Aiuta a capire che, in generale, i nostri Comuni sono gestiti con buonsenso.

La maggior parte delle «voci» infatti se ne va per ragioni tecniche facilmente comprensibili: progetti, direzione dei lavori, controlli, provvedimenti previsti dalla sterminata burocrazia italica. Emerge anche come una buona parte dei Comuni sia alle prese con questioni di sopravvivenza: assistenza sociale, cure mediche, prevenzione dei rischi. I tagli a personale e uffici hanno avuto una immediata ricaduta sulle spese esterne. È quanto ti viene da pensare quando vedi che Lonato deve spendere 8mila euro per allestire il giardino nella scuola materna, se Pralboino paga mille euro per l'alfabetizzazione degli alunni stranieri. O se pensi che Offlaga stanzia 16mila euro perché qualcuno gli tenga i conti di Iva e Irap. Bienno deve mettere 1800 euro per il progetto Piedibus e mandare a scuola i figli a piedi.
Emerge poi, una litigiosità incredibile. Se si togliessero le spese legali, la cifra totale delle consulenze verrebbe dimezzata. La voce prevalente è quella per «resistere» ai ricorsi dei cittadini al Tar. Non ci credete? Prendiamo Chiari, ad esempio: ha una quota di spese legali che arriva attorno ai centomila euro, ben 42mila dei quali solo per il fallito progetto del Polo della cultura. Sarà per questo che il sindaco ha bisogno di un tecnico nel suo staff che gli costa 21mila euro.

Qua e là si ritrova qualche spicciolo per la cultura: una pubblicazione, una serata di lettura: ovunque poche centinaia di euro, se si esclude qualche importante campagna di scavi e ricerche, come quella sulle orme dei Longobardi. Chiari vi ha investito 22mila euro.
Anche un po' di propaganda fa bene. Concesio, ad esempio, ha pagato 6mila euro un addetto-stampa. E qualche Comune mette lì seicento euro per distribuire volantini e calendari. Delle Poste mica ci si può fidare!
Costa caro anche rispondere alle esigenze di controllo: Montichiari, per citarne uno, prevede 53mila euro per il presidente dei Revisori dei conti.

C'è, infine, il capitolo delle... varie ed eventuali. A Capriolo si sono tenuti ben due corsi di yoga, costati 6mila euro. E anche uno di tai-chi, pagato 2.141 euro. A Castrezzato 6mila euro per corsi di ginnastica e musica. A Cellatica 2mila euro per lezioni di ginnastica. Va detto che i bresciani - almeno a guardare questo elenco - hanno un'autentica passione per la vita sana: a Coccaglio si sono organizzati corsi per dimagrire (costo 1200 euro), a Darfo un corso su dieta e benessere (magro il prezzo, 750 euro). E via dicendo. A proposito: a Bovezzo hanno organizzato un corso sull'Alzheimer, 3.630 il prezzo preventivato. Ma, per ora, si sono scordati di pagare...

Claudio Baroni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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