Per le vie del centro la processione del Corpus Domini
L’invito a lavorare per costruire una socialità sana e serena, perché nel mondo la violenza è un tarlo mortale. La guardia deve essere alta, perché «la violenza è sempre accovacciata alla porta del cuore, come una belva pronta a colpire».
Tutti noi siamo quindi chiamati a essere «costruttori di pace; siamo chiamati ad assumere lo stile di una mitezza ferma e sapiente». È un messaggio forte quello lanciato dal vescovo Pierantonio Tremolada durante la riflessione che ha chiuso ieri sera la processione del Corpus Domini.
Il Corpus Domini è una delle solennità più sentite a livello popolare. La festa venne istituita nel 1246 in Belgio grazie alla visione mistica della beata Giuliana di Retìne. Poi, due anni dopo, papa Urbano IV la estese a tutta la cristianità dopo il miracolo eucaristico di Bolsena. Si racconta che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa appunto a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia, nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall’ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco lino liturgico e alcune pietre dell’altare tuttora custodite in preziose teche nella basilica di Santa Cristina.
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