Per le nutrie? «Si sieda qui alla mattina presto e al tramonto»

Gli avvistamenti in via Mantova. Gli animali avrebbero scelto come loro casa l’argine del torrente Garza
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«Si sieda qui sulla panchina, aspetti una mezz’ora in silenzio e vedrà che sbucheranno». Non uccelli rari o timidi gattini, ma nutrie. Racconta di averle viste una donna che passeggia spesso, anche con l’anziana che accudisce, nel giardino pubblico «Don Elia Comini» di via Mantova, quello che sta dietro al supermercato Coop e sopra il suo parcheggio interrato.

Gli animali avrebbero scelto come loro casa l’argine del torrente Garza, proprio dal lato in muratura coperto da vegetazione dal lato della strada. «Hanno fatto il nido tra un cespuglio e l’altro» racconta una residente della zona, che è riuscita anche ad immortalarne una in fotografia. Le nutrie si vedrebbero soprattutto la mattina presto e dopo il tramonto. «Le incontro quando passeggio con il mio cane» e sarebbero state avvistate anche fuori dal torrente, sull’erba. Il timore è che possano diventare aggressive, magari per difendere proprio il loro nido.

Il problema sembra, però, circoscritto al giardinetto pubblico. Altri residenti nella zona raccontano di non avere mai visto le nutrie; sono molte, poi, le trappole nere con le esche che sono state posizionare lungo l’argine.

Non solo nutrie però sono state viste nell’area di via Mantova, anche topi. Ci sarebbero nella zona attorno al Garza, ma anche in largo Torrelunga. Nei giardini di viale Rebuffone si vedrebbero «passare sotto la siepe, arrampicarsi sugli alberi. Ce ne sono parecchi» racconta un barista. Anche qui, però, di trappole ce n’è parecchie, «anche se non so se stiano funzionando». Cosa che avrebbero già fatto per chi lavora nell’edicola dei giardini: la situazione topi, infatti, sarebbe molto migliorata rispetto a un paio di anni fa, quando in mezzo al verde se ne vedevano scorazzare molti. Oggi invece a far compagnia a chi passeggia nel parco ci sarebbe anche uno scoiattolo. E nel Garza avrebbe nidificato anche una famiglia di germani reali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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