Per i suoi 50 anni la casa editrice Emi trasloca a Brescia
«L’ascoltare è il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione. Non si comunica se non si è prima ascoltato e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Per offrire un’informazione solida, equilibrata e completa è necessario aver ascoltato a lungo». Così papa Francesco nel messaggio nella Giornata mondiale delle comunicazioni sociali; evento che si celebra il 24 febbraio, festa di san Francesco di Sales, e il 29 maggio per la solennità dell’Ascensione.
Ieri, come da tradizione la Giornata è stata ricordata in Diocesi nell’incontro con i giornalisti bresciani. Appuntamento a cui, contrariamente al solito, non ha partecipato il vescovo Pierantonio Tremolada, questo per non appesantire la fittissima agenda dopo il suo ritorno e non affaticarlo troppo; al suo posto il vicario generale mons. Gaetano Fontana.
Dopo la messa, l’incontro di approfondimento con suor Annamaria Amarante, autrice del volume «Le acrobazie degli invisibili», edito da Emi, e dal direttore della casa editrice missionaria Marco Dotti, anche docente di professioni dell’editoria all’Università di Pavia. L’appuntamento è stato anche l’occasione per annunciare che, al traguardo dei cinquant’anni, l’Editrice missionaria italiana trasferirà la sua sede proprio a Brescia, dopo essere stata fondata a Bologna e poi spostata a Verona; il trasloco sarà pienamente operativo da inizio febbraio, la Emi ha trovato casa dai missionari saveriani.
E, appunto, proprio la Emi ha stampato il libro di suor Annamaria; missionaria, a lungo in Costa d’Avorio (dove si è occupata di promozione dei diritti umani, di democrazia inclusiva e partecipativa), tornata in Italia nel 2019, coordina i progetti di sviluppo umano integrale della Comunità missionaria di Villaregia in Africa e America Latina. Suor Annamaria ha raccontato la sua vita ha contatto con gli invisibili, persone che sfuggono ai report e alle statistiche, «ma che sanno riempire le proprie esistenze, apparentemente nude e disperate, di un senso profondo di dignità e speranza. Una lezione per tutti».
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