Pecorelli pluri indagato, M5S all'attacco: «Deve dimettersi»
Il Movimento 5 Stelle torna ad attaccare il rettore dell’Università degli studi di Brescia, Sergio Pecorelli, dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Brescia per truffa.
Secondo gli inquirenti, Pecorelli ha percepito indebitamente un’indennità accessoria in qualità di direttore dell’Unità operativa di Ginecologia e Ostetricia al Civile in quanto non avrebbe svolto le funzioni previste dal ruolo. In sostanza, non sarebbe stato presente in reparto.
Il portavoce di M5S in Senato, il bresciano Vito Crimi, chiede a Pecorelli un passo indietro.
«Perché una volta tanto non si precede l'intervento della magistratura e non si compie un atto di umile buon senso? Pecorelli avrebbe dovuto dimettersi mesi fa. Lo faccia adesso e ci risparmi ulteriore strazio».
I pentastellati ricordano le recenti vicende in cui è rimasto coinvolto Pecorelli: la permanenza al vertice dell’Ateneo nonostante il pensionamento arrivato nell’ottobre 2014; le dimissioni dalla presidenza dell’Aifa dopo la sospensione decisa dal Ministero della salute per conflitto d’interessi; l’inchiesta per abuso d’ufficio per un incarico conferito in Università all’ex segretaria di Mariastella Gelmini.
«Piovono le accuse, ma tutto tace - attacca Crimi -. Pecorelli è ancora al suo posto e l'Università degli Studi di Brescia ha ancora un rettore pluri-indagato a rappresentarla in giro per il mondo. E politici e amministratori hanno lasciato gli studenti da soli a protestare contro questa vergognosa deriva. È inaccettabile!».
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