Pd, Bisinella chiama Renzi a Brescia
È stato un incontro veloce. Per definire un giornata bresciana di Renzi, ma nei pochi minuti di faccia a faccia, il segretario provinciale del Pd di Brescia Pietro Bisinella ha sottolineato al sindaco di Firenze la voglia di seguire la linea dettata alla Leopolda nei due giorni di incontri.
Bisinella, perché ha partecipato al Big Bang?
È giusto chiedersi perché nonostante il Pdl sia alla canna del gas il Pd non riesca a sfondare. Il punto è che bisogna mettere sul piatto idee nuove, coinvolgere l'elettorato tenendo conto delle richieste che proprio i cittadini hanno formulato in questi mesi.
Come si traduce il paradigma di Renzi a Brescia?
Serve aprire una stagione nuova, convocherò una segreteria ed una direzione provinciale per presentare le idee e ripartire dall'esperienza che avevo lanciato dei «Cantieri aperti». Il Pd non deve lasciare spazio alla rassegnazione, deve rimettere al centro la politica, al di là dei personalismi. Anche a Brescia io non voglio patrigni, ma padri nobili. E chi storcerà il naso dovrà comunque adeguarsi a questa nuova stagione che stiamo vivendo nel Paese. Le primarie sono uno strumento ineludibile, così come politicamente è necessario un confronto sui programmi con alleati ed elettori.
Per molti osservatori il discorso di Renzi è stato tacciato di giovanilismo.
Non è vero, il punto non è mettere in discussione l'attuale segretario Bersani, il nodo è che il Pd deve avere un nuovo modo di affrontare la politica. Nemmeno io credo nel nuovismo e tantomeno nel giovanilismo. Però per molti dei presenti a Firenze, la preoccupazione è che se ci sarà un nuovo governo del centrosinistra agli Esteri ci sarà ancora D'Alema e alla Sanità la Bindi. Serve comunque un ricambio generazionale, lo stesso vale anche per Brescia.
Renzi verrà a Brescia?
Sì, lo farà presto dopo la mia sollecitazione. E voglio che sia un incontro ben congegnato in cui partecipino non solo elettori del Pd, ma anche persone che in questo momento sono lontane dalla politica.
Carlo Muzzi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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