Parole di Natale dai bimbi per andare oltre le sbarre

Cinquecento biglietti di auguri sono stati «firmati» dagli alunni dell’Istituto «Rinaldini»
Le creazioni. Alcuni dei manufatti degli alunni del Rinaldini per i detenuti
Le creazioni. Alcuni dei manufatti degli alunni del Rinaldini per i detenuti
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La grafia incerta di chi sta imparando a tenere una matita tra le mani, rosso oro e verde per dare colore a quelle poche parole. Importantissime per chi le riceverà: uno dei detenuti delle due carceri bresciane, Nerio Fischione e Verziano.

«Caro amico, passa un buon Natale», e declinazioni assortite. Un foglio di carta partito dalla scuola per arrivare lontano, oltre le sbarre del carcere, fino a unire due sconosciuti. Di più: 500 sconosciuti. Tanti i biglietti di auguri realizzati dai bambini e ragazzi dell’istituto comprensivo Rinaldini che hanno partecipato al progetto pensato per coinvolgere la società civile in alcune iniziative natalizie per le case di reclusione.

«I bambini hanno risposto in maniera diretta, semplice e spontanea - spiega la Garante dei detenuti Luisa Ravagnani, promotrice del progetto - alla richiesta di rivolgere un augurio a persone che non conoscono e che fanno parte di un mondo lontano, che a volte fa paura: l’unione di questi due mondi porta una grande emozione».

Oltre le parole. Non solo parole: oltre ai biglietti natalizi i bambini della 2A della scuola elementare Canossi hanno cucito una coperta di lana da destinare a una detenuta in particolare. I bimbi non l’hanno mai vista ma la conoscono come «la nonna di Verziano»: 83 anni e una condanna pesante, il Natale sarà più caldo con il pensiero che le è stato rivolto.

«Ai nostri studenti - spiega la dirigente dell’Ic Rinaldini Anna Maria Testa - insegniamo che il male va punito, ma anche che chi l’ha commesso non si identifica con l’azione sbagliata». La riflessione si fa più intensa nel periodo natalizio ma vuole guardare oltre: «Questo è il momento più duro per chi sta scontando una pena - sottolinea la direttrice di Verziano Francesca Lucrezi -: la lontananza dagli affetti è una condanna nella condanna. Iniziative come questa danno il valore aggiunto di una solidarietà tangibile».

L’iniziativa è sottoscritta da diverse realtà: dalla Camera penale di Brescia all’Ufficio scolastico territoriale e al Comune, dalle associazioni Carcere e territorio e Volca onlus alla cooperativa Arborea, ma anche imprese, gruppi scout e singoli volontari, impegnati nel raccogliere generi alimentari per accompagnare ai biglietti di auguri un cesto natalizio.

«Volevamo raggiungere i detenuti non solo con le parole ma anche con qualcosa di concreto» conclude Ravagnani. Anche le autorità, infine, sono state invitate a trasmettere un messaggio di auguri. «Il carcere - spiega il consigliere comunale Mafalda Gritti - rappresenta uno spaccato della città, che deve sentirsi coinvolta nei suoi problemi». Le scuole, evidenzia Carlo Alberto Romano di Act, «sono quindi il tramite per raggiungere le famiglie: non tutti i bambini hanno augurato il "bene" ai detenuti, sintomo di un sentire diffuso all’esterno del carcere. Ricordiamo però che queste persone usciranno dalla reclusione, ed è fondamentale che trovino una comunità aperta».

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