Panico da smart working? Sette suggerimenti per vincere la sfida
Qualcuno lo ha scelto, tanti se lo sono ritrovato così, tra capo e collo. Lo smart working, ai tempi dell'isolamento forzato a causa dell'emergenza coronavirus, non è più un'opzione. Per tanti è l'unico modo di lavorare. Favorito anche dall'ultimo protocollo di sicurezza concordato sabato scorso da governo, aziende e sindacati, il telelavoro consente a chi non svolge una professione di prima necessità di proseguire la propria attività da casa.
Un salto in avanti, culturale e tecnologico, non da poco. Panico da gestione del tempo, distrazione, difficoltà a comunicare con i colleghi e overworking sono solo alcune delle ricadute negative che il lavoro da remoto può avere su una persona impreparata. Perché aziende e dipendenti sono arrivati così con l'acqua alla gola lo vedremo poi, ora non c'è spazio per le polemiche. Meglio mettersi in gioco, superare le paure e correre ai ripari.
Ecco allora che in campo sono scesi diversi esperti che, in tempo reale, stanno cercando di dispensare suggerimenti utili per correre in soccorso all'esercito di neo smartworker. Tra i formatori anche la psicologa bresciana Monica Bormetti di Smart Break, subito arruolata da Talent Garden per la piattaforma gratuita Antea, che ci anticipa qualche consiglio di immediata efficacia. Una premessa: «Lavorare da casa può portare ad una maggiore propensione per il multitasking, ma il nostro cervello non è portato per portare avanti più compiti contemporaneamente». Vi pare un'esagerazione? Non lo è: diversi esperimenti lo hanno dimostrato. Le nostre capacità cognitive risentono del continuo cambio di registro, soffrono le distrazioni e la nostra neuroplasticità funziona come un muscolo. Bisogna insomma allenare il cervello alla memoria e all'apprendimento, con ordine.Andiamo per punti.
1. Gli orari
Vanno concordati con chiarezza. Non avere confini temporali può essere destabilizzante e condurci all'overworking, piuttosto che all'improduttività. Meglio stampare l'agenda, metterla bene in vista e pianificare la settimana.
2. L'ambiente
Per dare al cervello segni di continuità, è necessario mantenere una routine anche a casa. Ad esempio, vestendosi come per andare in ufficio, dedicando uno spazio esclusivo alla postazione di lavoro e introducendo riti fissi, come ad esempio un caffé in videoconferenza con i colleghi prima di iniziare.
3. Le pause
Monica Bormetti consiglia una pausa di 20 minuti ogni 90 di concentrazione. «Il nostro corpo durante la giornata attraversa diversi cicli: si parla di ritmi ultradiani, che prevedono uno sforzo seguito da un riposo». Bisogna dunque alternare momenti di attività e parentesi di relax.
4. Il rito
Non è nulla di trascendentale, ma un concetto estremamente semplice. Il nostro cervello si nutre di coerenza e ordine, per cui se ogni mattina faremo la stessa cosa prima di dare il via al lavoro ne trarremo giovamento. Ad esempio? «Fate meditazione o scrivete una lista dei compiti che porterete a termine entro sera».
5. Il corpo e la mente
È importante inserire nella routine quotidiana stretching e attività fisica. Per scacciare ansia e preoccupazione, Bormetti raccomanda «un diario della gratitudine in cui annotare tre cose belle della giornata».
6. Le relazioni
In questo periodo di isolamento sociale, le relazioni con i colleghi vanno preservate. Si possono usare videocall (di strumenti ne esistono tantissimi, tra cui Google Hangouts e Microsoft Teams), ma anche chat di gruppo o i cari vecchi messaggi. Una raccomandazione: non abusatene e sappiate individuare appuntamenti precisi, al netto delle urgenze.
7. Gli interessi
In questa condizione ci troviamo ad avere più tempo libero. Per staccare dallo smart working, è consigliabile recuperare hobby accantonati da tempo o provarne di nuovi, riservando loro un tempo specifico in agenda. Meglio se si tratta di attività manuali.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato