Palestre, si riparte dopo 7 mesi: «Difficoltà, ma siamo pronti»

Soddisfazione degli operatori che però non nascondono qualche timore: «L’estate non è la stagione dei grandi numeri»
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RIAPERTE LE PALESTRE
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Sono state attrezzate, implementate e messe in sicurezza con ogni mezzo disponibile: indicatori di temperatura, pannelli di plexiglass, dispenser di disinfettante, teli monouso e chi più ne ha più ne metta. Ma nonostante tutti gli investimenti, in molti casi ingenti, sono rimaste chiuse per sette mesi. Che, sommati ai novantotto giorni di serrata durante il primo lockdown, significa praticamente un anno di inattività. Ma anche per le palestre, finalmente, è arrivato il giorno dell’attesa riapertura, con una settimana di anticipo rispetto a quanto inizialmente previsto dal Governo.

Così, pur con una serie di restrizioni più o meno stringenti, tornano in attività anche le strutture bresciane: si tratta di almeno 150 palestre di medie e grandi dimensioni. Più un’infinita costellazione di piccoli centri fitness, studi di yoga e di pilates disseminati in città e provincia. Tanti satelliti di un settore che dà impiego ad oltre 25mila persone, tra istruttori, personale amministrativo, addetti alla manutenzione e alle pulizie. Un universo che può - è il caso di dirlo - rimettersi in movimento, per la gioia dei circa 100mila bresciani che da oggi potranno tornare a frequentare sale pesi e tapis roulant. Ovviamente sempre nel rispetto delle regole e sempre accompagnati dai dispositivi di sicurezza. Una norma, in particolare, preoccupa gli operatori ed è quella che vieta l’utilizzo delle docce.

Sul campo. «Era ora che potessimo riaprire - commenta Lucio Zanchi, amministratore delegato di Millennium Sport & Fitness -, anche se ci saremmo aspettati qualcosa di meglio. Innanzitutto è una ripartenza a metà, visto che per ora le piscine restano chiuse. Un altro aspetto che ci dà qualche pensiero è quel che riguarda l’utilizzo degli spogliatoi e, in particolare, delle docce, che non sono concesse. Non poterle utilizzare penalizza l’utenza, soprattutto in questa stagione. Speriamo perciò che questa regola sia rivista quanto prima. In ogni caso è importante tornare in attività, anche se questo periodo dell’anno non è certamente fra i più felici per il nostro settore. Arriva l’estate, le persone vanno in vacanza e in molti casi rimandano l’iscrizione a settembre. Lo vivremo come un periodo di transizione: siamo pronti a rimboccarci le maniche e lavorare».

«Il settore sport e fitness - aggiunge Zanchi, che è anche consigliere nazionale dell’Anif - non ha ricevuto molti aiuti, ma non è questo il momento di fare polemiche. Ribadisco però che sono stati fatti troppi errori e siamo stati penalizzati senza una motivazione scientifica valida. Qualcuno dovrà rispondere di questa decisione e spiegarci con quale criterio è stata presa».

«La riapertura ci fa ovviamente molto piacere - gli fa eco Paolo Fagioli della palestra California di Mazzano - , anche se ritengo che sia arrivata tardi. Per molti la chiusura prolungata ha fatto più danni del Covid. L’estate non è una stagione facile per le iscrizioni, ma c’è un clima diverso da quello dello scorso anno in cui regnava la paura. Grazie anche ai vaccini c’è più fiducia e tanta voglia di ricominciare. Moltissime persone hanno patito la situazione: c’è chi ci ha chiamato raccontandoci un ritorno di stati di apprensione o ansia, di bimbi tornati curvi o più gracili senza le lezioni in piscina, o di acciacchi causati dalla mancanza di sport. Queste manifestazioni di vicinanza e affetto ci hanno sostenuto in questi mesi. Adesso abbiamo voglia di esserci».

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