Palazzo Loggia in rosa con Airc contro il tumore al seno

Ieri l'illuminazione per sostenere la campagna di sensibilizzazione dei cittadini sull'importanza della prevenzione
NASTRO ROSA CONTRO IL TUMORE AL SENO
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Palazzo Loggia si è illuminato ieri sera di rosa per sostenere la campagna di Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro contro il tumore al seno. Il cancro non è una sola malattia, ma centinaia di malattie diverse che evolvono nel tempo. E ogni tipo di tumore richiede cure specifiche e differenti a seconda delle sue caratteristiche e di quelle del paziente.

«Per questo non è possibile fare confronti perché ogni malata e ogni tumore al seno, così come per le altre neoplasie, è un caso a sé» ha affermato Giampaolo Bianchini, ricercatore Fondazione Airc al san Raffaele di Milano. Lo ha fatto ieri sera in Loggia, sede «speciale», ma anche naturale, in cui parlare di prevenzione, di terapie. Di salute. Lo ha sottolineato anche il sindaco Emilio Del Bono che per Airc ha accolto Esmeralda Rettagliata Gnutti, presidente del Comitato Lombardia di Fondazione Airc e Paola Marella, ambasciatrice Airc, per un incontro di approfondimento nell’ambito della campagna «Nastro Rosa» che ha come obiettivo la sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza della prevenzione e sull’urgenza di trovare nuove cure per le donne colpite dalle forme più aggressive della malattia (domenica scorsa lo ha ricordato alla città anche la Race for the Cure). Con loro, oltre a Giampaolo Bianchini, anche Luigi Moretti, presidente dell’azienda Palazzoli di Brescia.

 Il gesto simbolico, compiuto da Fondazione Airc e Comune di Brescia, è stata l’illuminazione in rosa di palazzo Loggia. Una nuvola pastello si è metaforicamente posata nel cuore della città al termine dell’incontro di approfondimento in Vanvitelliano dal titolo «Il nastro rosa Airc: ricerca e prevenzione per battere il tumore al seno». Il sindaco ha sottolineato «il rapporto solido con Airc, realtà che negli anni si è consolidata, ha raccolto risorse, ha speso bene il denaro donato dai cittadini e ha dato concretezza alla ricerca». Nel merito: «Se, negli ultimi anni, sono stati fatti passi da gigante nella diagnosi precoce e nella cura del tumore al seno, lo si deve al sostanziale contributo di realtà che hanno posto la lotta contro il cancro al centro del proprio impegno e hanno offerto un sostegno tangibile alle persone affette da questi gravi patologie».

Dunque, simboli e concretezza. Simboli, come la Loggia illuminata e il nastro rosa della campagna. Concretezza, ovvero i risultati della ricerca e l’impegno dei finanziatori, quali Luigi Moretti che con la Palazzoli sostiene un progetto per le forme più aggressive di tumore al seno attraverso una partnership triennale con la Fondazione. Insieme hanno lanciato la sfida dell’immunoterapia applicata alla cura del tumore al seno. Moretti: «La collaborazione nasce dalla fiducia che riponiamo in Fondazione Airc. Un impegno al di fuori delle nostre competenze perché forte è il desiderio di fare qualcosa di innovativo anche per il territorio e per la cura di una malattia che fa ancora molta paura». La situazione. Perché è vero, come ha ricordato Esmeralda Rettagliata Gnutti, «che la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore al seno è arrivata all’87%, ma noi vogliamo accorciare ulteriormente le distanze e vogliamo che quel 13% che ancora non guarisce possa avere sempre più opportunità di farlo».

Grazie al sostegno di Fondazione Airc e di Palazzoli spa, Bianchini sta studiando nuove prospettive di cura per le donne colpite dal tumore al seno triplo negativo. «L’immunoterapia oggi rappresenta un’importante opzione terapeutica per le donne con tumore triplo negativo. Lo studio mira a comprendere perché alcune pazienti beneficiano di questo trattamento e altre no, condizione fondamentale per poter poi definire nuove strategie terapeutiche. Ricordo che fino a pochi anni fa l’immunoterapia nel tumore al seno era una scommessa e molti oncologi non ci credevano. In pochi anni le cose sono cambiate ed oggi essa rappresenta un’importante opzione terapeutica per le donne con una forma molto aggressiva della malattia».

Il tumore del seno triplo negativo rappresenta il 15-20 per cento circa di tutti i cancri della mammella e colpisce in genere donne giovani, spesso sotto i 50 anni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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