Palazzo Avogadro, «lavori subito»

Palazzo Avogadro, l'edificio comunale in corsetto S. Agata, ha resistito sinora alle infiltrazioni d’acqua, all’abbandono e al degrado. E adesso - dopo il primo sos lanciato nel 2001, quando la situazione è stata per la prima volta segnalata come «critica e urgentissima» - sta crollando a pezzi. Di qui, il rinnovato allarme: o iniziano i lavori per il recupero a breve, oppure il rischio è quello di andare incontro alla soluzione più drastica: la demolizione.
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Palazzo Avogadro, l'edificio comunale in corsetto S. Agata, ha resistito sinora alle infiltrazioni d’acqua, all’abbandono e al degrado. E adesso - dopo il primo sos lanciato nel 2001, quando la situazione è stata per la prima volta segnalata come «critica e urgentissima» - sta crollando a pezzi. Di qui, il rinnovato allarme: o iniziano i lavori per il recupero a breve, oppure il rischio è quello di andare incontro alla soluzione più drastica: la demolizione.

Il destino del Palazzo resta a questo punto appeso a un filo. E insieme all’sos degrado e sicurezza subentra l’sos fondi. Fondi che Brescia ha in cassa ma non può utilizzare per via dei vincoli imposti dal Patto di stabilità. Per questo la Soprintendenza - all’indomani dei sopralluoghi e del tavolo di lavoro avviato con il Comune - ha stanziato un contributo di 25mila euro per «salvare» ancora per qualche mese le due pareti del Salone Gambara, mentre la Loggia interverrà sul terrazzo esterno con 40mila euro.

Nel frattempo, gli uffici tecnici del Centro storico hanno elaborato un piano di messa in sicurezza a tutto tondo. Valore: 1,6 milioni di euro.

Ecco perché Brescia chiama Roma, lanciando un appello al Ministero all’Economia: la richiesta punta a utilizzare la somma necessaria per salvare il Palazzo, senza che questa venga però conteggiata nel saldo imposto dal Patto.

 

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