PalaEib, cantieri entro un mese: «Sarà un modello»
«Pensavo potesse essere una corsa trionfale. Invece si è rivelata un 3mila siepi, con ostacoli pronti a spuntare dietro ogni curva. Dopo tre anni però ci siamo: entro gennaio potranno partire i cantieri per il PalaEib. Non sarà solo un palazzetto dello sport, sarà il segno della rigenerazione urbana della città».
Eliseo Papa aspetta questo momento da tre anni. Da quando, nell’estate del 2013, presentò al sindaco Emilio Del Bono il suo progetto per ristrutturare «il ciambellone» e ricavarvi un palazzetto da 5mila posti.
Lo schema dell’operazione, impostata dalla giunta Paroli, è noto: l’Immobiliare Fiera, invece di realizzare opere d’urbanizzazione ormai inutili, gira alla Loggia l’Eib dopo averlo ristrutturato. Le risorse sono limitate, 6,5 milioni. Il progetto Paroli, poi accantonato, parlava di un palazzetto da 3.500 posti. Del Bono vuole una struttura «gold», da 5mila. Missione impossibile, con il budget a disposizione. Papa però ci crede: esperto in carpenteria metallica e tensostrutture è convinto di poter recuperare gran parte dell’Eib e realizzare il palazzetto dello sport tanto atteso.
Tutto bene? Macché. Prima il bando di gara, che ha richiesto mesi, vinto da Papa e dalla ditta Coghi di Roverbella, con sconto del 24%. Poi però sono iniziati i guai finanziari dell’Immobiliare Fiera, risolti con l’aumento di capitale sottoscritto dalla Camera di Commercio. Infine le lungaggini per la validazione del progetto esecutivo.
«Abbiamo prodotto 1.190 disegni, è stato quasi un conflitto ideologico» racconta Papa, titolare dello studio Ital-Engineering. Poi i nodi antisismici sono stati risolti: oltre alla struttura esterna in acciaio che circonda il «ciambellone» sono stati previsti quattro controventi «Brb», sorta di ammortizzatori che insieme ai giunti elastici permettono di classificare la struttura come «edificio strategico» in caso di terremoto.
Ma come sarà il nuovo palazzetto, che il sindaco vuole ribattezzare PalaLeonessa? «Un canestro rovesciato», spiega Papa, nome scelto anche dall’Ati di imprese che si occuperanno dei lavori (Coghi di Roverbella, Tradelek di Castiglione, Canobbio di Darfo, Cosmet di Clusone, Formentelli di Capo di Ponte). Strizzerà l’occhio allo stadio di Pechino, per la struttura reticolare esterna, all’Allianz Arena, per la fascia colorata centrale, e al Pompidou di Parigi, per le undici scale radiali che porteranno al primo piano. La loggia esterna formerà un anello per gli allenamenti.
All’interno saranno ricavati 5.200 posti disposti su due livelli. Al piano terra ci saranno due grandi ingressi, caffetteria, area Vip, hospitality, sala conferenze. Spazio anche a uffici, sala stampa e spogliatoi, dotati di sauna e palestra. Il loggiato al primo piano garantirà una ventilazione naturale del palazzetto, dotato comunque di climatizzazione e impianti per il ricircolo dell’aria.
Il parterre sarà di oltre 1.500 mq (45 metri per 34), in parquet. L’altezza del soffitto (10,85 metri) consentirà di ospitare gare di basket e pallavolo, fino alla Champions («l’unica deroga servirà per un’eventuale Olimpiade») e tennis con una piccola deroga (servirebbero 11 metri). Ma la struttura potrà ospitare anche concerti, spettacoli, con una capienza attorno ai 4.500 spettatori. «L’acustica è ottima» assicura Papa. Il soffitto sarà un grande caleidoscopio formato dalle 256 funi tirate a lucido e portate alla luce eliminando l’attuale controsoffitto. Insomma, un piccolo gioiello, «preso a modello dal Coni, biglietto da visita per la rigenerazione della città».
Papa sgombra il campo dai timori sulla possibile lievitazione dei costi: «Il palazzetto costerà 6,8 milioni, esclusi gli arredi. Se non ci saranno richieste di modifica la cifra non cambierà di un euro. Lo garantiscono tutti i miei lavori, dal velodromo di Montichiari alla piscina di Lamarmora». Insomma, senza intoppi, nella primavera del 2018 Brescia avrà il suo PalaEib.
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