Pagamenti in ritardo dei buoni pasto, Qui!Ticket in «quarantena»
Qualcosa scricchiola e c’è chi rischia di rimanere con il cerino in mano. Sono naturalmente i dipendenti del pubblico, che potrebbero ritrovarsi carta straccia al posto dei ticket per il pasto sostitutivo della mensa.
La questione è esplosa negli ultimi tempi, ma da alcuni mesi i locali convenzionati con la «Qui!Ticket Group», in buona parte della Lombardia, lamentano ritardi nei pagamenti dei buoni pasto ritirati e rifiutano in alcuni casi di accettarli, lasciando a bocca asciutta i clienti.
La situazione non è così drastica a Brescia, dove il Comune e la Camera di Commercio sono legati alla società che aveva vinto la gara indetta dalla Consip nel 2016. Sono 1.600 alle dipendenze della Loggia (per i quali il ticket è elettronico) e 150 quelli della CdC che - fanno sapere dai due enti - «non hanno sinora riscontrato criticità».
Meglio, la Qui!Group in una nota dello scorso 3 luglio ha garantito pagamenti puntuali agli oltre 100 esercizi convenzionati del centro storico. Per quanto riguarda la Camera di Commercio, i dipendenti spendono ancora i ticket cartacei, ma qualche problemino è insorto.
La Consip ha autorizzato le singole amministrazioni a valutare in autonomia se risolvere o meno gli ordinativi di fornitura già emessi ancora attivi. I buoni pasto non sono infatti diventati automaticamente inspendibili: chi li ha può ancora cercare di esaurirli (se troverà qualcuno disposto ad accettarli). Nel frattempo, è probabile che le amministrazioni debbano organizzarsi per sostituire il fornitore.
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