Ortomercato tra rilancio e (possibile) ruolo dei privati
L’Ortomercato deve proseguire nel suo rilancio. Lo hanno ribadito ieri sia l’assessore Fabio Capra, sia il capogruppo della Lega Massimo Tacconi, in commissione bilancio. Ma come questo debba avvenire non è chiaro. Soprattutto non è chiaro quale debba o possa essere il ruolo dei privati, grossisti in primis. Di certo dal 2021 il consorzio Brescia Mercati è a totale capitale pubblico, con le quote dei grossisti comprate dalla Loggia e le partecipazioni delle associazioni di categoria finite in mano allo stesso consorzio. Perché queste mosse? Perché nel 2018 il Comune di Brescia, proprietario dell’immobile, ha rinnovato il contratto di concessione al consorzio Brescia Mercati per altri 10 anni. Lo ha fatto senza gara, con un affidamento diretto, in quanto la maggioranza del consorzio (oltre il 76%) era in mano pubblica.
L’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, ha però negato l’iscrizione del consorzio tra le società «in house», contestando la presenza dei privati. Il Comune di Brescia si è opposto e ha fatto ricorso al Tar ritenendo che la legge regionale (che regola i mercati ortofrutticoli) richieda solo la presenza «prevalente» di soci pubblici, visto che in quel caso i privati non incidono nel controllo della società. Ma oltre al ricorso e di fronte alla richiesta di recesso da parte dei grossisti, la Loggia ha acquistato le quote private. Oggi Brescia Mercati è una società al 100% pubblica (soci sono Loggia 57,9%, Camera di Commercio 21,7%, Provincia 12,6, CM Valle Trompia 0,8%). Anac ha così chiesto di modificare lo Statuto per adeguarlo alla nuova governance.
Modifiche formali passate ieri in commissione bilancio, dove però il dibattito si è concentrato sul futuro dell’Ortomercato e sul possibile ruolo dei privati. «Noi siamo contrari all’impostazione societaria totalmente pubblica - ha spiegato Tacconi -. La maggior parte dei Mercati italiani ha partecipazioni private. Nel 2018 sarebbe stato opportuno fare una gara». Ad una gara, è stata la replica di Capra, può partecipare chiunque: l’Ortomercato di Brescia sarebbe potuto finire in gestione a società di altri territori, anche straniere.
«Noi abbiamo il dovere di difendere il nostro patrimonio» ha aggiunto Capra, sollevando però le perplessità di Gianpaolo Natali (FdI) e Paola Vilardi (FI). L’assessore ha però insistito: «Noi sosteniamo che i privati ci possano essere anche in una gestione in house. Per questo ci siamo opposti all’Anac. Se il Tar ci darà ragione i grossisti potranno tornare nella compagine societaria. Intanto - ha concluso - abbiamo consolidato la partnership pubblica, così che il consorzio possa trovare la strada del rilancio».
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