«Ora sei nell'immortalità», l'ultimo saluto a Daniela Dessì
La fine di una vita artistica di altissimo livello; la continuazione di un’altrettanto ricca vita spirituale. Nella cattedrale di Brescia, i funerali di Daniela Dessì sono stati scanditi dalla musica e dal ricordo del carisma e della generosità della soprano scomparsa prematuramente a 59 anni dopo una breve malattia.
La prima è stata più volte intonata dai ragazzi del coro della comunità Shalom di Palazzolo, dove l’artista ha prestato la propria arte. Ma anche dal compagno, il tenore Fabio Armiliato, e da chi ha raccolto il testimone della soprano, la sua allieva Marta Mari.
«Ho condiviso con te 16 anni indimenticabili, ricchi di tante grandissime soddisfazioni e di una vita privata intensissima che abbiamo sempre difeso e privilegiato rispetto a tutto il resto» ha detto nella Cattedrale Armiliato, che ha poi aggiunto: «Non voglio ricordare la grandezza della tua arte che è universalmente conosciuta e che è testimoniata dalle migliaia di messaggi che piovono da ogni parte del mondo. Voglio invece ricordare di te la tua grandezza di donna, di mamma, la tua bellezza interiore e la tua generosità, il tuo umorismo, la tua malinconia, ma soprattutto la tua fragilità che potrebbe sembrare un paradosso rispetto alla dirompente personalità da vera diva che possiedi, diva nel senso di divina».
Lungo e commosso il ricordo di Armiliato. «Senza mai clamore hai scandito il tempo di questa grande fetta di vita musicale a cavallo di due secoli con la tua classe e con un' interpretazione straordinaria sempre diversa e sempre con un denominatore comune di qualità artistica e vocale insuperabile. Tu sei entrata di diritto nell'immortalità per questo e sarai sempre ricordata come interprete di riferimento. Tu sei e sarai un orgoglio perenne per il nostro Paese».
Folta la partecipazione ai funerali, celebrati dal vicario generale, monsignor Gianfranco Mascher. C’erano le autorità cittadine. C’era Francesco Renga, che con Daniela Dessì ha duettato al Festival di Sanremo del 2009. C’erano il basso Michele Pertusi, il tenore Bruno Lazzaretto e la soprano luciana D'intino. E ancora rappresentanti della Fondazione Teatro Grande e del Conservatorio Marenzio, dove la soprano mosse i primi passi.
L’uscita dalla Cattedrale del feretro, coperto di rose rosse, è stata accompagnata dalla voce del figlio di Daniela Dessì, Jacopo. L’artista è stata seppellita a Gussago.
Intanto il Teatro Grande ha deciso di dedicare a Daniela Dessì la prossima Festa dell'Opera, il 17 settembre. Più volte il soprano ha partecipato alla festa. «Ci ha lasciato una grande interprete, una voce raffinata che ha portato il nome di Brescia nei più blasonati teatri del mondo» ha riconosciuto il sindaco Emilio Del Bono, che è presidente del teatro.
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