«Operazione Lieta» sempre attiva pur nella stretta della pandemia
Sicuramente il rientro lo immaginavano diverso. Invece i volti di quegli amici e familiari che non vedevano da due anni li possono guardare solo per metà coperti dalla mascherina. E senza abbracci.
Ma i saluti festosi di chi ha accolto ieri pomeriggio all’auditorium Capretti i coniugi Lieta Valotti e Angelo Faustini tradiscono un calore che nemmeno il Coronavirus ha saputo smorzare.
E proprio nel pieno dell’ondata pandemica i due storici volontari bresciani, che dal 1979 aiutano le famiglie povere in Brasile, tornano per raccontare come si è evoluta la carità negli ultimi due anni. «Il dramma dell’emergenza sanitaria – dice Lieta - è ancora più forte tra i deboli. Molti hanno perso il lavoro, aggravando uno stato di povertà già critico. Per questo abbiamo girato le favelas distribuendo alimenti. Ma uno dei problemi maggiori è la violenza che imperversa nelle periferie».
Anche al di là dell’Atlantico le vittime numero uno sono i bambini: «La maggior parte non è riuscita a frequentare le lezioni a distanza per mancanza di strumenti. Nei periodi di maggiore contagio le scuole erano chiuse, ma noi abbiamo continuato a tenere aperti i centri di ascolto e le case di accoglienza, per 368 bambini e ragazzi».
Un’attività, nel nord-est del Brasile, che porta avanti l’opera del piamartino Luigi Rebuffini, il cui testimone è stato preso da Valotti e dal marito, impegnati anche nella gestione della scuola per 1400 ragazzi. Per sostenerli padre Giancarlo Caprini aveva fondato nel 1983 la onlus Operazione Lieta, ora coordinata in Italia da Lazzaro Guerrini e Cristina Buizza. «Abbiamo oltre 6.500 donatori, di cui 3.500 bresciani – spiega Guerrini -. Grazie a loro, che agiscono con le adozioni a distanza, anche nel 2021 abbiamo potuto continuare ad aiutare i bambini di Fortaleza, ma mancando le attività collaterali di raccolta fondi, come la festa annuale e i mercatini. Speriamo di poter riprendere prima possibile».
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