«Open», la movida si scatena nell'ex caserma

Dopo l'ok della Commissione inaugurato venerdì alla «Papa» il locale notturno aperto fino a settembre.
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Si guarda attorno. Cerca disperato un programma. «Lei sa che musica faranno nelle prossime serate?». Non avesse 70 anni compiuti, nemmeno farebbe effetto. Chi glielo dice adesso che il liscio non farà esattamente parte del dna di «Open»? Ciò nonostante, fedele al nome, la caserma è aperta. Dieci euro e la militanza è tua, primo «rancio» compreso.
Aperta da ieri sera, finalmente, dopo le traversie burocratiche, i sì, i ni, i forse. Dopo il disco verde rilasciato ieri mattina dalla Commissione pubblico spettacolo, infatti, la dancehall albergata all'interno della caserma Papa ha preso il via alle 21. Presto - prestissimo, eccezioni a parte - per un popolo di giovani che oggi si riconosce nella movida di iberico stampo, e che a ballare non ci va prima che la «noche» sia calata per bene.
E che si raduna lì a mazzi di un paio di centinaia prima che la mezzanotte scocchi. Verso l'ora delle streghe, però, i numeri aumentano.

Amico chiama amico. Il parcheggio si riempie. L'attività dietro al banco si fa frenetica. E tra il pubblico si scorge un po' di tutto: dagli enti agli anta, bermuda e giacca-e-cravatta, post punk e forzati del ben vestire. Chi balla, chi beve, chi chiacchiera. Chi si guarda attorno alla ricerca della «preda» della serata.
Almeno fino a quel punto, comunque, lo spauracchio dei dissidenti - la carenza di posti auto - non si palesa: nella limitrofa via Franchi non si sgomita per parcheggiare. Tutto tranquillo. Qualcuno è in attesa: al telefono, in gruppetto con gli amici. Chi arriva per curiosità, chi per insistenza della fidanzata, chi perché «l'avevo letto sul giornale».
E chi perché, oltre a non aver voglia di stare a casa, della caserma si ricorda dai tempi della famigerata visita militare. «Ero a casa solo - spiega Gabriele Avalli - e volevo vedere come avessero trasformato il posto».
Valentina Ceretti, una delle organizzatrici (leggi: una delle ufficiali promotrici dell'associazione che fa capo a Open, alla quale chi vuole può spontaneamente aderire), arriva stremata a fine giornata. «Finalmente», soffia a mezza voce sorridendo. Sì, ci sono stati gli ostacoli, e sì, «le incomprensioni, ma alla fine ce l'abbiamo fatta».
Sorpresa? «Noi, a dire il vero, ci speravamo. Abbiamo dovuto rivedere alcune cose, come per esempio la possibilità di somministrare cibo particolare (si preparano panini - ndr) o di mettere posti a sedere, ma ora partiamo. Abbiamo le spalle larghe. E vogliamo restituire alla città un luogo della città».

Sino a fine settembre - il venerdì e il sabato - Open sarà lì, dalle 21 alle 4.
Dieci euro l'ingresso, come anticipato, prima consumazione inclusa. E compresa pure la possibilità di accedere all'area espositiva di 600 metri quadri, che si aggiunge ai duemila di area coperta. Open ha un regolamento ben preciso. Scalfito in dieci punti, da annotare accuratamente per «passare l'estate in caserma». Solo maggiori di 16 anni. Il parcheggio di pertinenza si paga, sì, ma in modo sostenibile: per chi abbia occupati i soli posti davanti 2 euro. Gli altri, quelli che optano per il car pooling, 1 euro. Rigorosamente gratuito per biciclette e motorini. Nessun parcheggiatore: la merce di scambio di Open sono i gettoni. E uno in regalo se l'etilometro dice minore di 0,5. Prendi, cambi, paghi. Nel parcheggio non si può rimanere in auto, e nella caserma non è possibile introdurre vetro. Per il resto, in caserma sono «Open» a tutto.
Raffaella Mora

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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