Omicidio Ziliani: «La morte compatibile con il racconto degli imputati»

Nuova udienza del processo a carico di Paola e Silvia Zani e Mirto Milani accusati di aver ucciso l'ex vigilessa di Temù
DELITTO DI TEMU', NUOVA UDIENZA
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«Potete tenere la testa alta, questo non è un luogo di espiazione». È cominciata con il richiamo del presidente della Corte d’Assise di Brescia Roberto Spanó verso gli imputati, la nuova udienza del processo a carico di Paola e Silvia Zani e Mirto Milani. I tre sono accusati dell’omicidio dell’ex vigilessa di Temù Laura Ziliani, 55enne madre delle due imputate, scomparsa l’otto maggio 2021 e ritrovata cadavere tre mesi più tardi.

«Dalle indagini non sono emerse fratture sul corpo e anche presenza di corpi estranei. Non c’erano lesioni a livello osseo» ha sottolineato in aula il professor Andrea Verzeletti, primario di medicina legale degli Spedali civili di Brescia. 

  • Omicidio Ziliani, di nuovo in aula gli imputati
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«Non abbiamo strumenti per dire con certezza ora è giorno del decesso, ma la logica ci ha portato all’ultimo giorno in cui è stata vista viva. Nella nostra prospettazione è stata sepolta subito dopo l’omicidio, tra il 7 e l’8 maggio» ha riferito il medico legale. Sulle cause del decesso il medico legale Andrea Verzeletti ha confermato: «Nel corpo della vittima c’era la presenza di tre diverse benzodiazepine. Questo è un dato certo. Le concentrazioni sono sicuramente inferiori rispetto a quelle presenti al momento del decesso. La nostra ipotesi è che avesse ridotte capacità di reazione per effetto di queste sostanze mescolate tra loro e che la signora sia stata soffocata con un cuscino o con un sacchetto. In queste modalità possono mancare completamente segni di lesioni, come in questo caso» ha spiegato il professor Verzeletti confermando quanto già aveva scritto nella relazione depositata agli atti un anno fa. «La morte è compatibile con il racconto degli imputati che hanno detto di aver ucciso la vittima con un sacchetto sul viso. Un cavo stretto al collo? Potrebbe non essere rimasta traccia sul collo».

I consulenti del pubblico ministero hanno poi aggiunto: «L’esposizione del corpo agli agenti atmosferici era avvenuta pochi giorni prima del ritrovamento» ha spiegato Stefano Vanin, il biologo dell’equipe medica che ha effettuato l’esame autoptico. Una piena del fiume Oglio aveva infatti spostato la terra utilizzato per la sepoltura del corpo di Laura Ziliani permettendo poi la scoperta del cadavere.

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