Omicidio Viktoriia, perizia sull'ex: «Era capace di intendere?»

Dal 22 dicembre nel carcere di Brescia le operazioni di analisi delle condizioni psichiatriche di Kadrus Berisa, che ha ucciso la compagna
Viktoriia Vovkotrub e Berisa Kadrus - © www.giornaledibrescia.it
Viktoriia Vovkotrub e Berisa Kadrus - © www.giornaledibrescia.it
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Inizieranno il 22 dicembre nel carcere di Brescia le operazioni di analisi delle condizioni psichiatriche di Kadrus Berisa, il 60enne che ha confessato di aver ucciso la compagna Viktoriia Vovkotrub, badante ucraina di 42anni uccisa nel novembre di un anno fa con 14 coltellate di cui cinque mortali e seppellita nella ex bocciofila abbandonata sotto casa dell’ex compagno in via Divisione Acqui in città.

La Corte d’Assise di Brescia ha posto in quesito al professor Giuseppe Sartori, docente di neuroscienze forense all’Università di Padova. «Ci sono geni di vulnerabilità dell’encefalo che vanno interpretati come fattori di rischio, così come quando si dice che il colesterolo è un elemento che può portare all’infarto» ha spiegato in aula Sartori. Questo il quesito al quale dovrà rispondere entro il 23 marzo.

«Accerti il perito se al momento del fatto l’imputato fosse capace di intendere e volere, se lo sia attualmente è se sia in grado di partecipare consapevolmente al processo. Verifichi in particolare se al momento del fatto si trovasse eventualmente in una situazione di incapacità parziale di intendere e volere stabilendo eventualmente ove possibile il grado di in incapacità. Verifichi inoltre il perito l’esistenza in capo all’imputato di eventuali psicopatologie o anomalie del cervello di natura genetica e in caso positivo riferisca se le anomalie riscontrate siano idonee ad alterare il comportamento, ovvero la capacità cognitiva con specifico riferimento alla capacità di volere. Stabilisca infine se eventuali comportamenti dell’imputato possano essere collegati ad anomalie cerebrali o a fattori genetici di vulnerabilità eventualmente riscontrati».

 

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