Omicidio Mura, sotto la lente il sangue sui pantaloni di Musini

Per il perito della Corte non è chiara la natura del sangue sui jeans del marito. Per accusa e parti civili compatibili con l'aggressione
MUSINI E LE TRACCE DI SANGUE
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La biologia forense non illumina la scena dell’omicidio di Anna Mura. Chiamati a valutare le impronte di sangue sugli indumenti del marito in carcere dal 17 marzo del 2015 con l’accusa di aver trasformato la sua camera da letto in un mattatoio, ma anche le tracce biologiche prelevate dagli slip indossati dalla donna quando fu ripescata dal lago di sangue nel quale era stata abbandonata, il perito della Corte d’assise e i consulenti delle parti ieri hanno offerto un quadro tutto luci ed ombre. 

 

 

MUSINI E LE TRACCE DI SANGUE

Oggi testimonieranno anche i vicini di casa dei Musini. Si tratta di una coppia di coniugi albanesi che vivevano a stretto contatto con l’appartamento teatro dell’omicidio. La loro camera da letto, infatti, è separata da quella di Anna Mura solo da una parete.

La Corte d’assise vuole sapere se i due si sono accorti di qualcosa, se hanno sentito urla, distinto voci. In aula anche il prof. De Ferrari. Il presidente Anna Di Martino vuole sapere da lui, che ha eseguito l’autopsia sul corpo della donna, se il primo colpo subito dalla vittima nel sonno abbia potuto inibirle l’uso della parola e strozzato per sempre le urla in gola. 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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