Omicidio Maioli, chiesti 21 anni per il marito
Ventun anni. A tanto per il procuratore generale Guido Rispoli deve essere condannato Antonio Gozzini, l’81enne accusato dell’omicidio della moglie Cristina Maioli, l’insegnante dell’Itis uccisa tra il 3 e il 4 ottobre del 2019 nella sua abitazione di via Crocifissa di Rosa.
Per il pg, a differenza di quanto sostenuto dalla Corte d’Assise che aveva assolto l’imputato per incapacità di intendere e volere, era capace. La sua gelosia patologica - ha detto il pg - non era mai emersa prima dell’omicidio. Se n’è parlato solo a posteriori, per l’accusa, solo nel tentativo di trovare una causa di non punibilità.
«Nessuna mistificazione, nessuna macchinazione nel tentativo di farla franca. Il consulente dell’accusa e quello della difesa, gli psichiatri Monchieri e Filippini, esaminando la psiche di Antonio Gozzini, hanno trovato evidente il delirio di gelosia. Se il consulente della persona offesa non l’ha visto è solo perché non era presente».
Che l’81enne debba essere assolto anche in appello è convinzione del suo difensore, l’avvocato Jacopo Barzellotti secondo il quale peraltro il movente indicato dall’accusa è totalmente destituito di fondamento. Gozzini avrebbe ucciso la moglie perché non voleva essere ricoverato e sottoposto alle cure necessarie per la sua depressione. «Emerge dagli atti - ha detto l’avvocato - non solo che Gozzini fosse d’accordo, ma anche pronto al ricovero».
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