Omicidio di Diva Borin, nell'inchiesta spunta un testamento

Gli inquirenti hanno concentrato la loro attenzione sul documento con le disposizioni per l'eredità
URAGO: IPOTESI AL VAGLIO
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Nel caso dell’omicidio di Diva Borin, l’ottantaseienne trovata morta in via Ballini, a Urago Mella, entra in scena un testamento, ritenuto dagli inquirenti un elemento importante per la risoluzione del giallo.

Il documento è nelle mani di un notaio e prevede che la maggior parte del denaro depositato su conti correnti spetti al badante Salvatore e il restante al nipote Christian. L’abitazione in cui la donna è stata uccisa andrebbe invece divisa equamente tra i due. 

Chi indaga ha però trovato traccia di altri due testamenti: Borin aveva in principio deciso di lasciare in favore di una nipote acquisita residente in Piemonte, prima di cambiare il beneficiario del suo intero patrimonio indicando il nipote bresciano, figlio del figlio morto 26 anni fa, come unico erede. 

Il terzo testamento è l'ultimo ed è quello che vale per la successione del patrimonio. Al vaglio degli inquirenti ci sono i conti correnti per verificare eventuali operazioni poco limpide effettuate nelle ultime settimane dalla donna. 

Quel che è certo è che la donna è stata strangolata ben prima che venisse lanciato l'allarme sabato pomeriggio. L’inchiesta procede a 360 gradi, sono state sentite tutte le persone che hanno frequentato la vittima. Compresi i due uomini menzionati nel testamento.

 

 

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