Omicidio di Cologne, si è aperto il processo per Cristiano Mossali
La certezza di essere davanti ad un omicidio, le indagini che hanno portato ad identificare la vittima e ricostruire le sue ultime ore di vita con l'incontro con l'uomo che è accusato di averlo ucciso e poi bruciato.
Si è aperto con le testimonianze di chi è intervenuto a Cologne nel pomeriggio del 29 agosto del 2022 il processo a carico di Cristiano Mossali, meccanico di Palazzolo di 53 anni accusato dell'omicidio del 40enne kosovaro Nexhat Rama. Davanti alla Corte d'Assise, presidente Luca Tringali, sono sfilati agenti di polizia locale e Vigili del fuoco che per primi erano intervenuti nel terreno agricolo in cui era stata segnalato il rogo che in un primo tempo si pensava fosse di rifiuti e che invece si è scoperto poi essere una vettura con dentro un cadavere.
Le immagini delle telecamere
Il tenente dei carabinieri Jacopo Marin, che all'epoca comandava il nucleo operativo e radiomobile di Chiari, ha spiegato che «le immagini delle telecamere hanno mostrato l'incontro tra la vittima e l'imputato alle 9 del mattino in un bar» e anche che «i transiti della vettura rilevati dai portali mostrano l'auto che si dirige verso San Pancrazio dove si trova la sua officina» e, «nell'ultima immagine che abbiamo rilevato la vettura che si allontana ma non si vede il conducente».
Il fratello della vittima ha chiarito il motivo dell'incontro: «Mio fratello mi aveva detto che mi avrebbe raggiunto dopo pranzo perché prima doveva vedere il meccanico Cristiano che gli aveva promesso che gli avrebbe ridato con gli interessi i soldi che gli aveva prestato. Erano in tutto 28mila euro». E proprio quei circa 30mila euro mai restituiti, secondo chi ha indagato, sarebbero il movente del delitto.
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