Omicidio della Maddalena, le vittime furono uccise altrove
L’omicidio della Maddalena non è stato commesso in Maddalena. Lo sostengono i giudici della Corte d’Assise di Brescia nelle cinquanta pagine di motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti di Andrea Volonghi, considerato il terzo responsabile del duplice omicidio di Hristo Uzunov e Salija Ekrem, imprenditori macedoni, prima raggirati per un affare mai esistito, e poi freddati con due colpi di pistola il 23 giugno del 2011.
I cadaveri vennero ritrovati il 15 ottobre successivo nei boschi del monte che domina la città, ma non sarebbero stati uccisi lì. Smentita dunque la versione di Luca Cerubini, ex polizotto condannato all’ergastolo per la vicenda, che aveva raccontato di aver portato Uzunov e Ekrem in Maddalena con Volonghi, buttafuori di Torbole Casaglia, il quale li avrebbe uccisi al termine di un litigio furioso. Per i giudici è impossibile pensare che i due macedoni avessero accettato di incontrare Volonghi e Cerubini in una zona tanto nascosta come la Maddalena. Dovevano parlare di soldi certo, chiarire dove fossero finiti quelli che avevano dato ai due italiani per realizzare un centro commerciale in Slovenia, ma era impensabile immaginare che fossero finiti così facilmente nel tranello.
Ci sono poi i tabulati telefonici che testimoniano come alle 21.57 il telefono di Volonghi avesse agganciato la cella telefonica di Rovato nel corso di una breve telefonata con Cerubini. Poi dalle 22 alle 23 i telefoni dei due rimasero in silenzio, proprio nel lasso di tempo in cui gli imprenditori macedoni sarebbero stati uccisi. Dove? La corte d’assise non lo può dire, si legge nella sentenza, ma il telefono di una vittima, il 30 giugno, una settimana dopo il duplice omicidio, agganciò la cella telefonica di Castrezzato, vicino al cimitero del paese. Secondo la ricostruzione dei giudici i cadaveri vennero spostati in Maddalena soltanto a luglio. Prima sarebbero stati spogliati degli indumenti utilizzati la sera dell’omicidio e poi trasferiti e abbandonati all’altezza del nono tornante. Dove vennero ritrovati solo il 15 ottobre, in avanzato stato di decomposione.
Per la Corte d’Assise il compimento altrove dell’omicidio non è tuttavia dirimente per la posizione di Andrea Volonghi, ritenuto l’esecutore materiale del duplice omicidio e condannato all’ergastolo assieme ai due complici, Luca Cerubini e Daniele Saravini.
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