Omicidio Borin, indagini chiuse: «Uccisa per l'eredità»
A quasi un anno di distanza dal giorno in cui Diva Borin venne trovata senza vita in casa sua ad Urago Mella, la Procura ha chiuso le indagini sulla morte della 86enne.
Unico indagato è il badante tuttofare Salvatore Spina, dipendente in un supermercato della zona che aiutava la donna. Per il pm Antonio Bassolino lui l'ha ucciso per l'eredità. Il magistrato ha contestato l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.
«Non solo aveva atteso il momento propizio essendo a conoscenza delle abitudini della vittima, ma aveva maturato da tempo il proposito omicidiario perché con la morte della signora Borin avrebbe definitivamente conseguito quanto disposto in suo favore in sede di ultime volontà, ossia metà dell'immobile di proprietà e 60.000 euro», è la tesi della Procura in merito all'omicidio che sarebbe stato consumato nella notte tra il primo e il due marzo di un anno fa, quando la vittima strangolata con un foulard.
Spina, che fu il primo ad entrare nella casa dell'anziana e a tentare di rianimarla, è indagato a piede libero dalle settimane successive al ritrovamento del cadavere. Si è sempre proclamato innocente.
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