Omicidio Borin, assolto il badante: non ha ucciso lui l'anziana
Assolto per non aver commesso il fatto. Secondo il giudice dell’udienza preliminare Andrea Gaboardi Diva Borin è stata uccisa, ma non dal suo badante. Non c’è prova per dimostrare che quella sera dell’1 marzo di tre anni fa sia stato Salvatore Spina a strangolare l’anziana nella sua casa di Urago Mella. Alla sentenza si è arrivati al termine di una lunga e complessa indagine e di un processo articolato.
Decisiva potrebbe essere stata la perizia sull’ora della morte dell’anziana. Stando al perito medico legale Paolo Fais — incaricato dal gup Andrea Gaboardi — l’86enne potrebbe essere stata uccisa in un arco temporale ben più ampio rispetto a quello ipotizzato da accusa e difesa. E cioè dalle 14.30 del primo marzo 2019 alle 9.30 del mattino successivo. Si sa che Spina a casa dell’anziana quella sera si presentò attorno alle 19 e che sicuramente alle 20.30 era già altrove. Secondo l’avvocato Giacomo Nodari, difensore del 41enne, l’anziana è morta ben dopo quell’ora.
L’autopsia rilevò tracce di tranquillante nel suo stomaco, segnale che la medicina che la donna era solita prendere attorno alle 23 di ogni sera, prima di coricarsi, non era ancora stata assimilata, quindi era stata assunta poco prima dell’aggressione mortale.
Per il pm Antonio Bassolino la ricostruzione medico legale non contrasta con la sua: Spina per il pubblico ministero andava condannato a 14 anni di reclusione.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato