Oltre 500 runner in corsa con Maya per costruire nuove scuole
Maya, nata in Moldavia ma trapiantata a Brescia, mamma e ultramaratoneta, fin dalla più tenera età ha dovuto imparare a cavarsela da sola. La svolta arriva quando a nove anni incontra Unicef che le regala un paio di scarpe per andare a scuola. Partecipa a una corsa campestre organizzata proprio da Unicef ma non le utilizza, corre a piedi nudi, temendo di rovinarle. Vince la gara e scopre così che può avere le stesse opportunità degli altri bambini e la possibilità di ambire a una vita migliore.
Oggi Maya, al secolo Galina Stratulea, che non ha dimenticato quella bambina, è testimonial di Unicef e ha deciso di fare qualcosa per dare ai bimbi del mondo, in particolare i più poveri e fragili, la stessa possibilità di cambiare la propria vita che ha avuto lei. Maya ha proposto al Comitato provinciale Unicef di Brescia e al suo presidente, Gianfranco Missiaia, di organizzare La corsa di Maya. Oltre cinquecento runner e camminatori, con l’organizzazione tecnica di Asd Rosa Running Team e la collaborazione di Fiasp - e il nostro gruppo media partner con l’animazione curata da Radiobresciasette -, si sono ritrovati oggi di buon mattino al campo di atletica Gabre Gabric a Sanpolino per correre o percorrere 13 o 6 chilometri. Il ricavato andrà al progetto internazionale di Unicef «Scuole di plastica riciclata» in Costa d’Avorio, nell’ambito della campagna per garantire ai bambini e alle bambine dei Paesi più poveri l’accesso all’istruzione.
«Con la plastica riciclata si costruiscono mattoni per realizzare scuole - spiega Missiaia -. Il progetto è partito nel 2018 e abbiamo già costruito 380 scuole. Le risorse raccolte con La corsa di Maya saranno utilizzate per costruire un’aula». Mentre runner e camminatori arrivano al traguardo, e tra questi c’è l’onorevole Fabrizio Benzoni, Maya ci racconta che la corsa per lei è diventata missione e strumento per sensibilizzare su sport, ambiente e diritti dell’infanzia. «Con l’aiuto di Unicef nel momento giusto sono riuscita a studiare - dice -. Un piccolo aiuto nel momento giusto per un bambino può fare la differenza. Grazie a questo progetto costruiamo scuole per garantire il diritto all’istruzione e diamo alle mamme un lavoro grazie alla raccolta della plastica».
Il suo pensiero va anche all’Emilia Romagna colpita dall’alluvione. «Il 28 maggio dovevamo correre la cento chilometri da Firenze a Faenza che è stata annullata. Stiamo riflettendo su come portare il nostro aiuto». Lo sport per Unicef diventa veicolo di riscatto. «Nel mondo portiamo lo sport come attività di recupero durante le emergenze, per la sostenibilità e l’inclusione come in questo caso e per la sanità mentale», sottolinea Nicola Brotto, responsabile Sport di Unicef Italia. L
a corsa di Maya ha unito sport, ambiente e diritti dell’infanzia. Non a caso lo scenario è stato il Parco delle Cave - Fabio Capra che da consigliere comunale e assessore ha dedicato tante energie per la nascita del parco era alla corsa - emblema di rinascita ambientale per la città.
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