Odori molesti, a Gussago i cittadini insorgono
Non è un bucolico profumo di campagna, la cui terra viene arricchita dai concimi degli erbivori. Ma un odore acre, penetrante, molto fastidioso, persistente. E cosa c’è in quel miscuglio nero che viene buttato tra le zolle?
La zona più colpita è quella a sud del paese, quella che si presta a colture estensive di pianura. Protestano gli abitanti di Pianette, Sale, Pratolungo, Barco, Mandolossa: «Odori ed esalazioni moleste persistono per giorni a causa della loro intensità e sono, talvolta, intollerabili».
In Consiglio. Il pesante disagio è stato colto dal gruppo consiliare Pd, Con Voi e Siamo Sale - e presentato in Consiglio comunale - che chiede verifiche e interventi. «La natura di queste esalazioni parrebbe essere riconducibile ad attività di concimazione, spargimento di letame, liquami e fanghi nei terreni agricoli - ha detto in sala consiliare Federica Paletti (Pd, Con voi e Siamo Sale), relatrice del documento -. È, peraltro, di recente approvazione da parte della Regione il decreto che regola per l’anno 2018/19 l’impiego per uso agronomico dei fanghi di depurazione.
Gussago, su una superficie agricola utilizzata di 1.067, ha un carico di azoto da effluenti di allevamento di 110 chili per ettaro e pertanto può spandere fanghi sino a 340 chili per ettaro. Ciò significa che le attività insediate sul territorio producono azoto in misura di gran lunga inferiore ai limiti imposti per legge e Gussago è perfettamente nei parametri, favorendo così quella felice sintesi tra le esigenze economiche e produttive delle aziende gussaghesi e il diritto dei cittadini ad un ambiente sano e vivibile».
Ma traversata la strada, a Sud, il regime cambia. «I Comuni confinanti, Castegnato e Roncadelle, secondo la stessa tabella, hanno un carico di azoto da effluenti di allevamento ben due volte superiore, in particolare Castegnato per 384 kg/ha e Roncadelle per 364 kg/ha. Tali valori impediscono lo spandimento di fanghi oltre la soglia consentita (e superata) dei 340 kg/ha, in quanto già raggiunta dalle attività agricole in loco».
L’accusa. «Significa che - ha concluso Paletti - per smaltire i fanghi prodotti questi Comuni debbono esportarli verso quei Comuni, individuati nella tabella allegata al decreto, che invece i fanghi possono smaltirli perché ne producono in quantità inferiore». Gussago, dunque, potrebbe essere - secondo la Paletti - una realtà attrattiva. Dopo la presentazione del documento, con cui è stato chiesto l’intervento del Comune, il sindaco Coccoli si è riservato di fornire gli elementi di valutazione nel prossimo Consiglio.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato