Nuovi profughi a Brescia e in Nord Italia: esplode la polemica
Alla circolare del ministero dell’Interno che chiede alle Regioni del Nord Italia di trovare una sistemazione per 7500 profughi segue inevitabile il polverone politico. Dopo le parole del presidente della Lombardia, Roberto Maroni, è stato l’assessore alla Sicurezza del Pirellone, Simona Bordonali, a dire che non sarà la Lombardia a pagare gli errori fatti a Roma. Bordonali denuncia l’atteggiamento del governo che, si legge in un comunicato stampa, invece di intavolare un dialogo con gli enti locali cerca la strada dello scontro frontale e dell’imposizione dall’alto. L’assessore ricorda, infine che la Lombardia ospita il 9% delle persone sbarcate negli ultimi due anni, il dato più alto rispetto alle regioni del Nord, ma non paragonabile al 23%, per esempio della Sicilia.
Di diverso parere è, per esempio, il sindaco di Azzano Mella, che da anni ospita decine di profughi. Silvano Baronchelli è convinto che ospitare questi extracomunitari negli alberghi non sia la soluzione giusta. Funzionano invece i progetti dello Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo, che insieme agli enti locali riesce a dare risposte a questa emergenza.
In provincia di Brescia, dove sono già ospitate 644 persone, ne devono arrivare altre duecento. Per effetto degli spostamenti, però, il numero complessivo è destinato, secondo la Prefettura, a restare compreso tra le seicento e le settecento unità.
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