Nuove tessere sanitarie senza chip: quella vecchia sarà valida fino a fine 2023
Due tessere sanitarie, anziché una. Un paradosso figlio dei tempi complicati che viviamo e di scelte che appaiono quantomeno discutibili. Questa la cornice della questione che investe migliaia di bresciani, che dallo scorso giugno hanno visto recapitarsi una nuova tessera sanitaria dall’Agenzia delle Entrate. Se siete tra loro - o se entrerete a far parte di questa ampia schiera prossimamente - farete bene e a non gettare nella spazzatura la vecchia card, dal momento che vi servirà ancora. Ecco perché.
La scadenza
L’invio della nuova tessera sanitaria - quella attraverso la quale si prenotano esami, visite mediche e prestazioni sanitarie in genere, si accede al fascicolo elettronico (in assenza di Spid, si certifica la propria identità di contribuente in farmacia e chi fuma, persino, ai distributori automatici di tabacchi - è cosa abbastanza banale: compete infatti ad Agenzia delle Entrate - per conto del Mef e tramite la controllata Sogei - provvedere alla sostituzione periodica delle smartcard in scadenza, la cui validità è di 6 anni. Tuttavia, in una stagione segnata dalla carenza di materie prime a causa del conflitto in Ucraina da un lato e delle tensioni nel Mar della Cina dall’altro, il ministero dell’Economia ha autorizzato l’emissione di tessere prive di microchip, con l’esclusione tout-court di tutte le funzioni proprie della Carta Nazionale dei Servizi (Cns), versione evoluta della tradizionale tessera sanitaria. Per cui, alcuni cittadini hanno ricevuto una nuova tessera completa di microchip, altri invece una tessera... mutilata, avrebbe detto il Vate.
Logo, non logo
La variazione, tuttavia, non viene in alcun modo esplicitata nella lettera accompagnatoria della nuova tessera che a partire da giugno è stata recapitata a decine di migliaia di bresciani. Molti dei quali, legittimamente, potrebbero già aver buttato la tessera scaduta. Cosa da non fare. E a rendere ancora più confusa la situazione, si aggiunge anche un’ulteriore variazione, in realtà introdotta per decreto dallo stesso Mef ancora a marzo.
L’eliminazione del logo delle Regioni dalle medesime tessere. Per quel che ci riguarda, è sufficiente buttare l’occhio e, come in uno dei più celebri giochi di enigmistica, aguzzare la vista a caccia delle differenze. Sulla vecchia tessera compare in alto a destra e in basso sullo stesso lato la rosa camuna, stemma della Lombardia. Non ve ne è traccia invece nella nuova versione. Ma questo indipendentemente da che la tessera ricevuta sia completa o priva del chip e dunque della componente Cns.
Cosa fare
Chi avesse per le mani una nuova tessera senza chip, non butti via quella vecchia. Tanto più - si legge anche sul sito della Regione - che la validità di quest’ultima, per ovviare alla mancata disponibilità di chip, verrà prorogata al 31 dicembre 2023. Varrà quindi ancora per oltre un anno. Testualmente il Mef evidenzia che «per le nuove Tessere Sanitarie che saranno prodotte senza la componente Carta Nazionale dei Servizi, sarà possibile, inoltre, utilizzare fino al 31 dicembre 2023 la propria TS-CNS con microchip anche se riporta sul fronte una data di validità già scaduta».
Ma attenzione: la proroga di validità non è automatica. «Per l’aggiornamento del software di gestione della componente Cns secondo la nuova scadenza, gli utenti potranno trovare indicazioni all’interno del portale del Sistema Tessera Sanitaria (www.sistemats.it)» recita la stessa nota del Mef. E andando sul sito indicato, si scopre che è necessario scaricare un apposito «tool per l’estensione del certificato di autenticazione per Ts-Cns» sul proprio computer e procedere a caricare tale «driver» (di fatto un file contenente un piccolo codice, di per sé molto semplice) sulla tessera tramite l’apposito lettore digitale.
La procedura da seguire è, se non proprio da nerd, quantomeno per utenti piuttosto pratici in ambito informatico, e per utilizzatori estremamente ordinati: è necessario, infatti, disporre anche del pin e del puk (i codici di sicurezza) originariamente inviati assieme alla tessera. E tanto basta di certo a mettere in crisi molti, che in caso di smarrimento dovrebbero richiederli agli «sportelli abilitati» spiega il sito di Regione (senza chiarire quali siano questi sportelli). Ma se per giunta - legittimamente - si è sprovvisti di lettore per smartcard se non persino di computer?
Al call center del Sistemats (numero verde dedicato 800.030.070) non sanno che indicazioni fornire. «Devo rivolgermi in farmacia?». «Provi. Ma non saprei che dirle...». Da parte loro, a scanso di equivoci, i farmacisti assicurano di non aver avuto alcuna richiesta o indicazione in tal senso, come conferma Federfarma Brescia.
Codice fiscale e Team
La proroga, in qualunque caso faticosamente ottenuta, è comunque «limitata alle sole funzionalità della componente Cns e non della Team riportata sul retro della Ts-Cns». Tradotto per i non addetti ai lavori: per fruire dei servizi garantiti all’estero dalla Tessera europea di assicurazione malattia (in acronimo, appunto, Team), bisognerà ricorrere alla nuova tessera, che ne riporta gli estremi sul retro (dove compaiono codice a barre e banda magnetica). Stesso discorso vale se si intende utilizzare la card menomata come mero codice fiscale. Funziona di suo.
Perché? E poi?
Sullo sfondo resta un interrogativo. Se era immaginabile un’estensione della validità delle tessere sanitarie esistenti (e dotate di microchip), era così indispensabile produrne di nuove e monche, imponendo l’utilizzo forzato di due tessere a molti utenti, per non dire della messa in circolazione di tanta plastica in più di cui avremmo fatto volentieri a meno, e del consumo di energia per produrre le tessere in tempi di caro bollette? E ancora: cosa accadrà al 31 dicembre 2023 a tutti quegli utenti che si troveranno per le mani una tessera con chip ormai a fine vita e una senza chip comunque inutilizzabile come Carta nazionale servizi? Ne riceveranno una terza? Ai posteri l’ardua sentenza.
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