«Nuova pista e due colpevoli»: Lorandi in aula per la revisione
Bruno Lorandi torna oggi in un’aula di giustizia. Lo fa in Corte d’appello a Venezia, otto anni e mezzo dopo la sua ultima volta, nel tentativo di riaprire il sipario che il 9 dicembre del 2009 la Corte di Cassazione ha definitivamente calato sulla sua condanna all’ergastolo per l’omicidio di sua moglie. I giudici sono ora in camera di consiglio per decidere se ammettere la richiesta di revisione del processo.
Il 68enne marmista di Nuvolera tenta la strada della revisione, nella speranza di cancellare in un colpo solo la verità processuale sulla morte di Clara Bugna e tornare ad essere un uomo libero. Solo, ma libero.
Il suo difensore, l’avvocato Gabriele Magno, è ottimista. Il legale bolognese, presidente dell’associazione nazionale delle vittime di errori giudiziari, sostiene di avere una pista alternativa e uno, anzi due, colpevoli. Rimasti al riparo dell’inchiesta dell’epoca sono stati individuati dal suo team di investigatori in tempi decisamente più recenti.
L'avvocato ha chiesto la revisione portando come nuova prova una presunta relazione segreta tra la vittima ed un uomo che, secondo il difensore di Lorandi, aveva l'interesse ad uccidere la donna temendo che rivelasse il loro rapporto clandestino.
Il nome dell'uomo sarebbe contenuto in un libretto in cui Lorandi e la moglie segnavano ogni spesa e il presunto amante di Clara Bugna avrebbe dovuto versare alla coppia 5mila euro per un vecchio debito, altro aspetto che, secondo i legali di Lorandi, avrebbe spinto al delitto. L'avvocato Magno ha chiesto che l'uomo venga sentito in aula e che vangano prese le sue impronte digitali perché in casa Lorandi, teatro del delitto, vennero isolate 28 impronte, ma due non vennero mai prese in considerazione.
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