Nullità delle nozze: la rivoluzione di Papa Francesco
Tempi più brevi, procedure più snelle, cause meno costose. La rivoluzione targata Bergoglio investe anche la normativa canonica sulla nullità matrimoniale, che dopo quasi tre secoli - tanti ne sono trascorsi da quando Benedetto XIV nel 1741 riformò il sistema processuale introducendo la necessità di una doppia sentenza per dichiarare nulle le nozze - viene ora riscritta a fondo.
Con l’obiettivo di dar vita a «processi più rapidi e accessibili» che favoriscano «una giusta semplicità» senza «mettere a rischio il principio dell’indissolubilità del matrimonio», come spiega il motuproprio di Papa Francesco «Mitis iudex Dominus Iesus» che dal prossimo 8 dicembre modificherà in modo significativo le norme del Codice di diritto canonico riguardanti la dichiarazione di nullità.
I tempi dell’iter ordinario si snelliscono sensibilmente - si dovrebbe arrivare a non più di un anno per la sentenza - e si pone un argine anche all’abuso del diritto di appello, che può essere respinto quando appaia manifestamente strumentale o dilatorio. Alla volontà di accelerare la conclusione delle cause risponde anche l’altra grande novità introdotta dal Pontefice: il ricorso al «processo breve», rimesso alla decisione del vescovo nel caso in cui vi sia il consenso di entrambi i coniugi e la nullità del vincolo sacramentale sia dimostrata da argomenti incontestabili.
Tra le circostanze che consentono il rito abbreviato, vengono indicate la mancanza di fede che può determinare simulazione o errore; la brevità della convivenza coniugale; l’aborto procurato; una relazione extraconiugale esistente al tempo delle nozze o nel periodo immediatamente successivo; l’occultamento volontario della sterilità, di una grave malattia contagiosa, di una carcerazione o di un figlio nato da una precedente relazione; la scelta di sposarsi determinata da motivi estranei alla vita coniugale o dalla gravidanza imprevista della donna; il consenso estorto con la violenza; la mancanza dell’uso della ragione.
Quanto ai costi, infine, Bergoglio raccomanda ai vescovi che venga assicurata, «per quanto possibile», la gratuità delle procedure, in modo che «la Chiesa, mostrandosi ai fedeli madre generosa, in una materia così strettamente legata alla salvezza delle anime manifesti l’amore gratuito di Cristo».
Incapacità psichica, il non credere nell’indissolubilità del matrimonio, decidere di non avere figli. Sono questi i motivi principali in base ai quali nel 2014 i giudici del Tribunale ecclesiastico regionale lombardo hanno dichiarato la nullità del legame tra i coniugi. Le cause introdotte lo scorso anno sono state 149, Brescia con 18 coppie che hanno chiesto di decretare che il loro matrimonio non è mai esistito si piazza al secondo posto dopo Milano, con 89 domande, al terzo posto Bergamo con 12, quindi Como e Cremona con 7, Lodi 5 cause, 6 domande da Mantova, 3 da Pavia, 2 da Vigevano (che è sede di diocesi), 0 da Crema.
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