Notte in quota in attesa dei soccorsi per 4 bresciani
Disavventura per due coppie bresciane: un'escursionista infortunata, gli altri costretti a scendere in cerca di soccorsi. Salvati all'alba
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Brutta avventura in quota per due coppie di escursionisti bresciani, bloccati sabato a oltre 2.500 metri di quota sulle montagne del Bellunese e tratti in salvo solo all'alba di domenica. Si è concluso infatti verso le 5.30 di domenica l’intervento che ha visto impegnate le squadre del Soccorso alpino di Auronzo di Cadore (Belluno) nel recupero di un’escursionista infortunata, del marito e di un amico, bloccati su una laterale della Val Giralba.
Due coppie di Brescia, salite per la Val del Marden al Bivacco De Toni, a 2.578 metri di quota, hanno poi deciso di rientrare percorrendo la "Lavina de la Ciavala", un sentiero non segnato Cai, che su una guida in loro possesso era indicato come "percorso selvaggio" verso Forcella Maria. Mentre scendevano, ancora era chiaro, A. N., 55 anni, di Palazzolo sull’Oglio, è però caduta, procurandosi una sospetta slogatura alla caviglia e un trauma al ginocchio.
Poichè la discesa diveniva ovviamente rallentata, e nella zona non c’era copertura telefonica, i quattro hanno scelto di dividersi. L’infortunata e il marito si sono fermati dove si trovavano, l’altra coppia è scesa. All’imbocco del sentiero della Val Giralba i due hanno incrociato un escursionista che rientrava dal Rifugio Carducci diretto a Dobbiaco. Dopo avergli affidato la moglie, che l’escursionista ha accompagnato fino a Palus San Marco, l’uomo, con il cellulare scarico, è tornato sui suoi passi diretto dagli amici in difficoltà.
Una volta calato il buio, si è dovuto fermare prima, non volendo proseguire oltre sprovvisto di luce. Nel frattempo la moglie, raggiunto San Marco verso le 21, ha atteso un paio di ore confidando nel rientro, per poi lanciare l’allarme al 118 passate le 23. Dodici soccorritori della Stazione di Auronzo e della Forestale, con 4 vigili del fuoco a Pian de le Salere, sono quindi partiti a piedi salendo dal basso. Hanno prima individuato l’amico, che si è aggiunto alle squadre, e poi, a circa 2.000 metri hanno ritrovato la coppia, che si era creata un ricovero nel canale dove era incrodata.
Valutato che il freddo intenso non permetteva di attendere l’alba e l’intervento dell’elicottero, i soccorritori hanno imbarellato la donna e l’hanno calata con sistema lecchese per circa 800 metri di dislivello fino al fondovalle. La coppia e l’amico hanno poi manifestato la volontà di recarsi all’ospedale in modo autonomo. Le squadre sono quindi rientrate.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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